Cirò Marina (Crotone). Nella giornata di ieri, agenti dell’Ufficio misure di prevenzione della Questura di Crotone e finanzieri del Gico di Catanzaro hanno sottoposto a sequestro beni ed attività economiche per un valore di oltre 1 milione di euro appartenenti a RIMOSSO PER OBLIO, ritenuto esponente di primo piano della potente cosca Farao-Marincola attiva nel territorio di Cirò Marina. I beni sequestrati, costituiti da due terreni dove insistono più fabbricati, un appartamento, un magazzino, quote di una società operante nel settore della produzione di calcestruzzo e da tre autovetture, sono risultati incompatibili con i redditi dichiarati al fisco dal RIMOSSO PER OBLIO e dal suo nucleo familiare e, pertanto, verosimilmente acquistati attraverso l’impiego di capitali di provenienza illecita. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Crotone che ha accolto la proposta avanzata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo, al termine di accurate indagini economico-patrimoniali condotte congiuntamente da Polizia e Guardia di Finanza.
Si tratta, in particolare, della prima significativa proposta avanzata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro sul territorio di Crotone in base alla nuova normativa introdotta dalla legge 24 luglio 2008, n. 125 (pacchetto sicurezza) che ha attribuito proprio ai procuratori distrettuali la competenza a richiedere l’applicazione delle misure di prevenzione nei confronti degli indiziati di appartenenza ad associazioni mafiose.
RIMOSSO PER OBLIO, infatti, oltre ad annoverare numerosi precedenti penali, è stato recentemente tratto in arresto dopo oltre due anni di latitanza, essendo sfuggito alla cattura nell’ambito dell’operazione “Bellerofonte” condotta ai danni del clan cirotano dai Carabinieri di Crotone sotto la direzione della Dda di Catanzaro. In particolare, a RIMOSSO PER OBLIO sono stati contestati i reati di associazione mafiosa, narcotraffico, estorsione aggravata dalle modalità mafiose, accuse per le quali nel luglio del 2008 è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Catanzaro.