Il presidente Bova si dice pronto alla coalizione con l’Udc dopo le primarie

Giuseppe Bova

Mi sono battuto perché in Calabria, con legge regionale, fossero i cittadini a scegliere i loro candidati a presidente di Regione, essendo chiaro che l’aver delegato a pochi questa scelta sino ad ora ha prodotto dei pessimi risultati.
Rispetto a questa legge si è scatenata una canea indecorosa. La si è boicottata apertamente e da più parti, adottando anche misure illegittime, come il quorum previsto nel regolamento, mentre nella legge non c’era. E poi i tentativi di moltiplicare i costi di gestione, con l’unico obiettivo di far sì che alla fine le primarie saltassero.
Di questa grave operazione si sono resi responsabili ben individuati personaggi, sulla carta appartenenti a sigle di destra e di sinistra, accomunati dall’unico disegno di rimanere padroni del gioco a fini esclusivamente personali senza alcuna cura degli interessi generali.
Non si può impunemente affermare che, con due leggi praticamente uguali, le primarie calabresi sarebbero costate 2,5 milioni di euro quando in Toscana, con il doppio degli abitanti, a primarie fatte, tutto è costato 400 mila euro.
Ad ogni modo, come gruppo Pd alla Regione, assieme al segretario regionale, abbiamo deciso di tagliare alla radice ogni tentativo di strumentalizzazione, assumendo direttamente, attraverso la decisione solenne dell’assemblea regionale, lo svolgimento delle primarie totalmente aperte ai cittadini.
Alle primarie ho già proposto la mia candidatura, motivata innanzitutto da un giudizio assai severo sulla gestione della sanità, in cui è stato commesso l’errore imperdonabile di verificare l’esistenza di un debito stratosferico solo a conclusione di questi cinque anni, pur essendo in gran parte maturato nella passata legislatura. In pari luogo, ho sollevato la questione di un esercizio troppo discrezionale e personalistico delle prerogative presidenziali sia in riferimento alle nomine che all’utilizzo dei finanziamenti pubblici. Tutto ciò ha finito per svilire le funzioni collegiali e ha offuscato l’idea originaria di una coalizione di programma.
La mia proposta di candidatura è stata perciò accompagnata dall’idea di un forte temperamento dei poteri presidenziali, orientati da criteri trasparenti, automatici e autenticamente democratici. Al contempo, ho indicato come assolute priorità la valorizzazione del merito e del talento, la centralità dell’impresa da sostenere con il meccanismo del credito d’imposta e le politiche per la famiglia, a partire da quelle che versano in condizioni di povertà. Proprio per questo ho sottolineato come servisse una nuova coalizione, imperniata sul Pd di Calabria, sull’Udc e su energie autonomiste, aperta alle altre forze che ne condividano il programma.
Questa idea non è figlia delle contingenze elettorali. Come gli amici dirigenti dell’Udc sanno, abbiamo apprezzato la linea di autonomia e responsabilità operata dal presidente Casini sin da prima delle ultime elezioni politiche. A questo fine abbiamo agito in Consiglio regionale con atti coerenti e conseguenti. Per questo possiamo dire all’Udc che la proposta di una nuova coalizione che avanziamo non è, come l’altra ipotesi sul tappeto, una sorta di deja-vu, un ritorno al passato che mi sembrerebbe fortemente in contraddizione con il nuovo corso dell’Udc. E’ invece un invito ad assumere l’idea della Calabria come laboratorio politico di un nuovo patto per il Sud, anticipatore di un nuovo necessario patto politico nazionale.
In riferimento all’ultimo documento della direzione regionale dell’Udc, in cui si sostiene che questo partito assumerà le sue determinazioni dopo un confronto con i candidati presidenti in campo, voglio formalmente affermare che, qualora risultassi io il vincitore delle primarie, metterò sul tavolo della discussione con l’Udc e con le altre forze della coalizione la piena disponibilità a sostenere e a votare un altro presidente, anche dell’Udc. Tutto questo con l’unica condizione che si affermi una nuova coalizione che assuma i punti cardine della piattaforma programmatica da me già avanzata.
In questo quadro, le primarie esaltano ulteriormente il loro valore, nessuno potrà dire di essere stato sacrificato da giochi di palazzo. Anzi, lo voglio ribadire esplicitamente, chi mi sosterrà sa sin d’ora che nei miei propositi c’è la piena disponibilità a mettere a disposizione di una nuova coalizione persino la mia stessa candidatura a presidente della Regione pur di realizzare il programma che serve alla Calabria e ai calabresi. Ora la decisione è tutta nelle mani del popolo di questa regione. Il voto chiarirà in maniera inappellabile se questa è, come io mi auguro, la volontà democraticamente prevalente.

Giuseppe Bova
presidente del Consiglio regionale

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