Reggio Calabria. Ha preso la rincorsa a bordo della sua utilitaria e l’ha guidata nelle gelide acque del porto. A nulla sono valsi gli inviti che i testimoni gli hanno gridato, una volta in acqua, a uscire dall’auto e mettersi in salvo. Non ha fatto nulla per salvarsi, è rimasto impassibile al posto di guida, attendendo che l’acqua lo sommergesse. È morto così questa mattina un pasticciere di 50 anni, di Archi. La tragedia è avvenuta poco dopo le 11,30. L’uomo è giunto al porto a bordo di una Chevrolet Matiz bianca, poi in prossimità dello scivolo adiacente al molo pennello, ha preso lucidamente la rincorsa ed ha guidato l’utilitaria verso il tuffo in acqua. Un agente della Squadra nautica della Polizia di Stato guidata dal commissario capo Giuseppe Scilipoti, l’assistente capo Emilio Puzzone, ha tentato di trarre in salvo il suicida. L’agente si è generosamente tuffato nelle acque del porto, ma a causa della temperatura gelida e della profondità, circa 12 metri, alla quale l’autovettura si era già inabissata, ha dovuto desistere dal tentativo di salvataggio. I sommozzatori dei vigili del fuoco, diretti in acqua dal funzionario responsabile dell’Area ‘soccorso tecnico, difesa e protezione civile’, architetto Clemente Corigliano, hanno poi recuperato il corpo ormai senza vita dell’uomo. Con una potente gru è stata poi recuperata anche l’autovettura. Sul posto è intervenuto anche il personale della Guardia Costiera. Non si conoscono i motivi del gesto dell’uomo, che non era sposato.
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