Primarie regionali. Da Cosenza Bova rilancia il nuovo patto per la Calabria, assieme all’Udc

Giuseppe BovaCosenza. Un altro bagno di folla, un’altra assemblea caratterizzata da un’assai vasta partecipazione popolare. L’iniziativa politica che si è svolta al teatro “Rendano” di Cosenza ha confermato la grande attenzione che tantissimi cittadini rivolgono alla candidatura del presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova alle primarie aperte del prossimo 17 gennaio. L’incontro, moderato dal giornalista Romano Pitaro, ha visto la presenza di numerosi rappresentanti istituzionali ed amministratori, nonché delle forze politiche e sociali: dal sindaco di Cosenza Salvatore Perugini all’europarlamentare Mario Pirillo, dal capogruppo del Pd a palazzo Campanella Nicola Adamo al vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Borrello e ai consiglieri regionali Pietro Giamborino e Franco Amendola.

L’on. Bova si è soffermato sul valore delle primarie “che rappresentano un’espressione di democrazia e una garanzia di libertà in un’epoca in cui i cittadini vengono espropriati di tutto, finanche del diritto di scegliere i loro rappresentanti in Parlamento che è negato da una legge definita “porcata” dai suoi stessi autori. La mia candidatura – ha spiegato il presidente – è riassunta nello slogan di questa campagna: finalmente liberi di scegliere. Già, perché con le primarie la Calabria e i calabresi tornano ad esercitare pienamente i loro diritti senza dover sottostare alle decisioni assunte da ristrettissime segreterie di partito”. Bova ha poi commentato le affermazioni rilasciate oggi, a margine di una riunione, da alcuni esponenti della vecchia coalizione di centrosinistra che avrebbero opposto un “veto” alla sua candidatura: “Penso sia semplicemente un pessimo spot. Il veto, infatti, non sarebbe a Bova ma alla democrazia espressa da decine di migliaia di cittadini e alle scelte assunte dal partito di gran lunga più grande della coalizione. Quanto a me, ritengo di essere soltanto, come dire, uno strumento per dare vita ad una nuova coalizione ed avviare così un grande progetto per il futuro di questa regione”.

Il presidente del Consiglio regionale è tornato sulla questione della necessità di dare vita ad un nuovo patto per la Calabria e per il Sud assieme all’Udc: “Noi non escludiamo nessuno. Chi pensa che tutto possa limitarsi a quello che è rimasto della vecchia alleanza è miope. Dimentica che non ci sono più i quasi centomila voti dell’Udeur e che quel che resta del partito di Mastella è andato col centrodestra, mentre Rifondazione comunista, il Pdci e i Verdi purtroppo sono rimasti fuori sia dal parlamento nazionale che da quello europeo. Ma il quadro politico non è cambiato solo in questo campo. Anche nel centrodestra sono mutate delle cose, tranne il fatto che da quel lato a decidere è sempre e solo una persona. Il presidente della Camera Fini – ha aggiunto Bova – riferendosi al Pdl ha detto che i partiti non possono essere come caserme. Ma, alla fine, sul predellino di Berlusconi c’è salito anche lui. Chi invece ha avuto il coraggio di non farlo è stato Casini che ha scelto la strada dell’autonomia, svolgendo, dalle ultime Politiche in avanti, una vera opposizione alle politiche lego-nordiste del governo delle destre. Ora come si può pensare di dire all’Udc: “Accomodatevi, c’è un posto per voi?”. Non sono saliti sul predellino di Berlusconi e, con tutto il rispetto, non penso proprio che lo faranno su quello di Loiero”.

Nel corso del suo articolato intervento, il presidente dell’Assemblea calabrese ha ripercorso le tappe di una legislatura in cui, ha detto, “ho agito con lealtà nei confronti della maggioranza e, in pari luogo, con il dovuto rispetto nei confronti delle istituzioni democratiche e del ruolo di garanzia delle prerogative di tutti, affidatomi dal Consiglio regionale. In questo senso, pur stabilendo misure di maggiore rigore e severità nei confronti degli eletti, come la decadenza automatica nel caso di semplice rinvio a giudizio per associazione mafiosa, ho difeso fino in fondo e a spada tratta la legislatura: dall’ingiusta detenzione di Pacenza a quella, altrettanto ingiusta, di Pasquale Tripodi”. Nel corso dell’iniziativa del “Rendano” sono stati ribaditi i motivi di fondo della candidatura: a cominciare dalla necessità di temperare il presidenzialismo e dalla presa d’atto del disastro nel campo della sanità. Spazio infine alle politiche virtuose, come gli stage per i migliori giovani laureati calabresi, una cui rappresentanza era presente all’incontro.

Exit mobile version