Reggio Calabria. E’ un tunnel senza fine quello in cui è entrata la Reggina e da cui sarà difficile uscire senza provvedimenti drastici. Ancora una sconfitta, l’undicesima in totale, la quarta in casa. Questa volta a prendersi gioco della squadra amaranto è stato il Cesena che, col risultato di 1-3, ha sbaragliato il campo con ordine e cinismo, due qualità che, evidentemente, non appartengono al dna della formazione di Iaconi. Anche oggi, quasi a seguire un canovaccio trito e ritrito, sembrava che la Reggina fosse scesa in campo col piglio giusto. La consueta illusione delle prime battute della gara, questa volta alimentata dall’innesto dei due nuovi arrivati, Fiorillo e Tedesco. Il conforto è aumentato quando dopo 9 minuti Lanzaro ha colpito di testa, girando in rete un cross perfetto di Pagano. Come in altre circostanze, dunque, una partita che pareva potesse essere indirizzata sui giusti binari ma, se non si ha la capacità di affondare il colpo e di gettare sul campo personalità e desiderio di riscatto dopo un fallimentre girone d’andata, la strada improvvisamente torna ad essere in salita. E’ quello che è successo già all’inizio della ripresa quando un’imperdonabile disattenzione difensiva ha consentito a Parolo di calciare indisturbato da pochi passi un pallone lavorato sulla fascia destra da Schelotto. Il difensore più vicino, Lanzaro, era immobile e distante almeno due metri dal centrocampista cesenate. E’ il campanello d’allarme settimanale, perchè subire un gol per la formazione di Iaconi, e prima ancora di Novellino, segna il momento della resa che puntualmente arriva al 67° minuto grazie ad un destro a giro di Do Prado che batte l’esordiente Fiorillo. La confusione e l’incapacità di interpretare la partita dell’allenatore e degli uomini in campo, da quel momento, regnano sovrani e nemmeno un rigore fischiato da Rocchi al 75° riesce ad invertire le sorti del match. Sul dischetto si presenta Pagano che calcia un pallone debole e centrale, facile preda di Antonioli che respinge senza difficoltà. Di seguito e fino alla fine solo una sterile e sconclusionata sfilza di lanci in avanti, a scavalcare un centrocampo, del resto privo di un uomo d’ordine che sappia dettare tempi e passaggi. Un’agonia interrotta solo dalla terza marcatura del Cesena firmata da Bucchi in pieno recupero. Un gol che, probabilmente, ha un merito, quello di far prendere consapevolezza all’ambiente, a partire dal presidente, che l’obiettivo stagionale è ormai irrimediabilmente diventato la salvezza. Non sarà facile centrare neanche quello, perchè nella testa dei giocatori non era questo il pensiero con cui si sono presentati a Reggio per il raduno dell’estate scorsa e pochi giorni fa nel caso degli ultimi arrivati. E’ bene ne prendano coscienza, altrimenti continueranno a vagare per il campo senza meta, non conoscendo quale debba essere il risultato finale da conseguire con grinta e sacrificio. La classifica, impietosa, è lì a gridar loro in faccia che è il momento di cominciare a giocare. Solo tre squadre seguono la squadra amaranto, il Piacenza, il Mantova e la Salernitana. Ciò significa che il baratro è sempre più vicino, come più vicino, se non imminente, sembra essere il momento del congedo per Iaconi.
Nicola Martino