La visita del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a Reggio Calabria, in uno dei momenti storici più delicati nella storia sociale, politica ed economica della regione, costituisce l’occasione per rivendicare, in nome delle generazioni in divenire, quell’attenzione che le Istituzioni hanno il dovere di prestare ad un lembo di terra atavicamente abbandonato a se stesso e dominato dalla più potente organizzazione criminale al mondo”: è quanto dichiarano il sociologo Antonio Marziale e l’avvocato Antonino Napoli, rispettivamente presidente e responsabile l’ufficio legale dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, a parere dei quali: “L’attenzione istituzionale, postuma ai gravi fatti di Reggio Calabria e Rosarno, rappresenta un segnale certamente positivo ma, sia pur con ottimismo e fiducia, non bisogna dimenticare che più volte lo Stato ha acceso i riflettori sulla Calabria all’indomani di gravi fatti di cronaca, salvo poi dimenticarla all’atto della predisposizione del Documento di Programmazione Economica”. “E’ necessario – continuano Marziale e Napoli – che lo Stato investa, più di quanto fino ad oggi non abbia mai fatto, sull’istruzione, così da garantire la formazione di cittadini “educati”, sin dalla più tenera età, al rispetto delle regole e della civile convivenza. Puntare sulla formazione delle masse in età evolutiva è prioritario ed impellente per il futuro di una società chiamata ad affrancarsi dalla pervasività sub-culturale della ‘ndrangheta”.
Per Marziale e Napoli: “Un processo di riqualificazione dell’istruzione deve comprendere anche la dotazione di strutture scolastiche degne di un Paese civile al posto dei contemporanei tuguri, diffusi in buona parte del territorio”. Gli esponenti dell’Osservatorio concludono, rivolgendo un appello al Presidente della Repubblica: “E’ indispensabile che il Capo dello Stato, in prima persona, rivendichi in nome delle generazioni in divenire una classe politica dirigente virtuosamente in grado di rappresentare non solo le istanze del territorio, ma il valore delle Istituzioni democratiche. I bambini, per potere credere in uno Stato di Diritto, hanno bisogno di esempi e sulla scorta di queste peculiarità è necessario dimostrare loro che, gli impegni assunti dallo Stato, saranno debitamente mantenuti”.
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