Rende (Cosenza). Nella serata di ieri i carabinieri della Compagnia di Rende, diretta dal capitano Adolfo Angelosanto, hanno arrestato, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, un 49enne di Montalto Uffugo, per i reati di spaccio di sostanza stupefacente e per omicidio colposo (morte come conseguenza di altro delitto), per avere causato il decesso di Mario Smeriglio per overdose.
E’ il primo giorno di novembre del 2009, una tranquilla domenica mattina, quando giunge una chiamata alla centrale operativa della Compagnia Carabinieri di Rende da parte di una donna, che in preda al panico, richiede l’intervento del 118 e di una pattuglia in quanto il marito è a terra in camera da letto. Immediato l’intervento sul posto di una pattuglia dei carabinieri e dei medici che tentano invano di rianimare l’uomo. Mario Smeriglio è privo di vita. I militari capiscono che c’è qualcosa di anomalo che ha provocato la morte dell’uomo. Congelano così la scena del crimine.
Intervengono gli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile ed i colleghi della Stazione di Montalto Uffugo che effettuano subito i primi accertamenti. Viene fatto un accurato sopralluogo nell’abitazione dove vengono ritrovate delle siringhe utilizzate per iniettare per via endovenosa della sostanza stupefacente e le c.d. “pietrine” per contenere eroina. E’ evidente che Smeriglio, prima di spirare, si è iniettato della droga al braccio. Sul posto interviene anche il medico legale che effettuata una prima ispezione del cadavere. Il quadro è abbastanza chiaro. Smeriglio è morto verosimilmente per overdose. Si tratta ora di attendere l’esito dell’autopsia per avere la conferma di quanto ipotizzato ed avviare le prime indagini per cercare di capire chi possa avergli fornito la sostanza stupefacente. I militari interrogano immediatamente la donna ed i familiari del defunto ed emergono particolari molto importanti della vita privata del defunto e sulle sue frequentazioni. Smeriglio, già in estate, ha avuto un malore immediatamente dopo avere incontrato un soggetto di Montalto Uffugo già conosciuto dalla Forze dell’Ordine.
I militari effettuano una perquisizione a casa dell’uomo e ritrovano delle “pietrine” per contenere sostanza stupefacente del tutto simili a quelle ritrovate a casa di Smeriglio e dei pizzini con numero telefonico e soprannome (“Zip”) che l’uomo lasciava agli acquirenti per farsi ricontattare per l’acquisto di droga (veri e propri bigliettini da visita da libero professionista). L’uomo viene interrogato per ore dagli investigatori ma la versione che fornisce ha molte zone d’ombra. Gli accertamenti dei carabinieri continuano. Si viene a scoprire così che Smeriglio, il giorno prima di morire, ha incontrato l’uomo dal quale ha acquistato della sostanza stupefacente del tipo eroina con della somma di denaro che gli ha dato la moglie. L’uomo viene così seguito per alcune settimane per capire quali siano le sue abitudini ed i carabinieri scoprono che il soggetto è un abituale assuntore di droga nonché uno spacciatore.
Nel frattempo l’esito dell’esame autoptico conferma che Smeriglio è morto a seguito di assunzione di sostanza stupefacente. Non solo. Gli esami di laboratorio confermano anche che i residui di droga nelle “pietrine” ritrovate all’interno dell’abitazione di Smeriglio sono compatibili, per composizione chimica, a quelli all’interno delle “pietrine” trovate dall’uomo. Il quadro è completo. Il dott. Claudio Curreli della Procura della Repubblica di Cosenza, concordando con le risultanze investigative raccolte dai carabinieri della Compagnia di Rende, richiede ed ottiene una ordinanza di custodia cautelare per i reati di spaccio e morte come conseguenza di altro delitto (omicidio colposo).
Ieri pomeriggio i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile con i colleghi della Stazione di Montalto Uffugo hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo arrestando l’uomo che, dopo le consuete formalità, è stato accompagnato presso il carcere di Cosenza per l’interrogatorio di garanzia che si terrà nei prossimi giorni. Nel frattempo le indagini degli investigatori proseguono per capire se ci possano essere le responsabilità di altri nella triste vicenda.