di Fabio Papalia
Reggio Calabria. Un pacchetto antimafia così come lo è stato il pacchetto sicurezza. Un decreto legge da promulgare con la massima urgenza cui seguirà un disegno di legge contenente tutte le misure adottate questa mattina a Reggio Calabria dal Consiglio straordinario dei ministri, riunitosi per la prima volta nella città dello Stretto.
Al termine della riunione, il premier Silvio Berlusconi, accompagnato dai ministri dell’Interno Robero Maroni e della Giustizia Angelino Alfano, ha illustrato nel corso di una conferenza stampa le misure del governo.
“E’ stato un Consiglio dei ministri più lungo del previsto – ha esordito il premier – perché abbiamo approfondito certi argomenti che hanno richiesto un poco di attenzione”.
Berlusconi ha ricordato che il 15 agosto dello scorso anno nel corso di un comitato per la sicurezza nazionale tenuto al Viminale il governo aveva illustrato i risultati del governo nel contrasto alla criminalità organizzata e annunciato l’intenzione di presentare entro gennaio 2010 un piano straordinario di lotta alla criminalità organizzata. “Abbiamo lavorato – ha affermato Berlusconi – e messo a punto questo piano, in dieci punti, e fatto qualcosa di più rispetto a quanto annunciato. Un grande lavoro per riassettare gli impianti legislativi”.
La parte più consistente del pacchetto è il codice di leggi antimafia, nel quale “Maroni – ha sottolineato Berlusconi – ha avuto una gran parte in questi risultati, io l’ho assistio sul piano degli accordi internazionali soprattutto con la Libia”.
“La diminuzione degli extracomunitari – ha ricordato il presidente del Consiglio dei ministri – significa anche meno forze che vanno a ingrossare le schiere della criminalità organizzata. Abbiamo scelto Reggio Calabria non soltanto perché questa è una regione dove esiste questa forma di criminalità organizzata, la ‘ndrangheta, ma perché abbiamo deciso di mettere qui la sede di una importante agenzia demandata all’amministrazione di ingenti beni sequestrati e confiscati”.
Il contrasto all’immigrazione clandestina.
Prima di illustrare le misure adottate, il ministro degli Interni ha riepilogato i dati ottenuti dal governo dall’inizio della sua attività nel contrasto all’immigrazione clandestina e nella lotta alle mafie.
Sul fronte dell’immigrazione si è dato conto della diminuzione degli sbarchi, nel raffronto tra il 2009 e il 2008, dopo l’accordo firmato da Berlusconi con la Libia, ed entrato in vigore nel marzo 2009.
Nel 2008 sono sbarcati 36961 immigrati, mentre nel 2009 il numero è di poco superiore alle 27 mila unità, con una diminuzione del 74%.
“E’ il dato più importante tra tutti i paesi europei negli ultimi anni” ha commentato il ministro dell’Interno. Un numero ancora più importante se raffrontato nel periodo dell’effettiva entrata in vigore dell’accordo, maggio 2009, fino al 31 dicembre, e raffrontato con lo stesso periodo del 2008. In questo caso la riduzione è addirittura del 90%.
“L’accordo con la Libia funziona – ha affermato Maroni – e continuerà ad essere attuato, la prossima settimana a completamento dell’accordo consegneremo alle autorità libiche 3 motovedette, che si aggiungono alle 3 già consegnate, per potenziare ancora di più il controllo coste libiche arrivare a meno 100%.
“A questo – è intervenuto Berlusconi – aggiungo un’azione molto forte nei confronti dell’Unione europa, che deve caricarsi il costo di questa vigilanza che la Libia e gli altri paesi che sorgono sulle coste del Mediterraneo africano sopportano”.
I numeri della lotta alla mafia.
Il 2009 si è chiuso con un +300% di operazioni di polizia e cattura di latitanti rispetto all’anno precedente. “Dati positivi – è la lettura che ne ha dato Maroni – che dimostrano l’efficacia dell’azione di contrasto che deriva dalle nuove norme e dall’impulso che il governo Berlusconi sta dando nel contrasto alla mafia.
Dati che non tengono conto dell’arresto di un pericoloso latitante, eseguito dalla squadra mobile di Napoli, e del sequesto di beni in Sicilia per ben 550 milioni di euro.
Questi sono i numeri della battaglia dello Stato contro la mafia nel 2009 (raffrontati al 2008):
operazioni di polizia giudiziaria 427 +34%
– cosa nostra 93
– ‘ndrangheta 102
– camorra 165
– criminalità pugliese 67
arresti 4236 +26%
– cosa nostra 1084
– ‘ndrangheta 899
– camorra 1605
– criminalità pugliese 648
latitanti tratti in arresto 310 +85%
– elenco dei 30 più pericolosi 21
– elenco dei 100 più pericolosi 41
– altri pericolosi latitanti 248
beni sequestrati 12111 +89% (valore 6 miliardi e 894 milioni di euro)
– cosa nostra 3241
– ‘ndrangheta 2561
– camorra 4476
– criminalità pugliese 499
– altre organizzazioni 1334
beni confiscati 3122 +345% (valore 1.887 milioni di euro)
fondo unico di giustizia – somme recuperate al 31 dicembre 2009 1592 milioni di euro
consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose da inizio legislatura 14
Aggressione ai patrimoni mafiosi, competenza alla Dia e Agenzia nazionale a Reggio.
“L’aggressione ai patrimoni mafiosi significa mettere in crisi la struttura organizzativa dei clan mafiosi, perché non avendo più risorse adeguate per pagare stipendi a mafiosi o alle famiglie dei mafiosi arrestati si mette in crisi la struttura stessa”. E’ questa la parola d’ordine del governo, dalle parole del ministro dell’Interno.
In particolare, proprio sui beni confiscati e sequestrati, Maroni ha spiegato che si tratta di “una massa enorme non ancora del tutto censita, da questa doppia azione, convinzione che contrasto patrimonio è strada maestra, e necesità di amministrare e destinare beni a finalità sociale, è nata la decisione di mettere al primo punto la costituzione dell’Agenzia nazionale per amministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Segnale che lo Stato contro la mafia non solo c’è, ma va fino in fondo”. L’agenzia, ha spiegato ancora il titolare del Viminale, non appena il decreto legge sarà pubblicato sarà costituita “ed entro 15 giorni – ha annunciato – potremo tornare a insediarla perché il sindaco Scopelliti, che ringrazio, ha già trovato o sta trovando un immobile dove insediare l’agenzia”. Primo compito dell’agenzia sarà il censimento di tutti i beni, per ciascuno sarà creata una scheda, che spieghi cos’è il bene e in che stato si trova, una grande mappa che oggi non c’è e sarà strumento fondamentale per rendere più efficiente la gestione di questi beni”.
La battuta di Berlusconi.
“Qualche anima buona ha detto che se si mettono in vendita i beni i mafiosi se li possono ricompare. Se li possono ricomprare, molto bene, li sequestreremo un’altra volta”.
I dieci punti del pacchetto antimafia.
I punti portati da Maroni erano 9, cui si è aggiunto il decimo su proposta del ministro Sacconi, che detta un piano di contrasto al lavoro nero in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Maaroni, il quale ha spiegato che il pacchetto era ovviamente aperto alla discussione del Consiglio, si è detto lieto di accogliere il punto proposto dal collega Sacconi.
Questi i nove punti del Viminale:
- Agenzia per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata
- codice delle leggi antimafia
- nuovi strumenti di aggressione ai patrimoni mafiosi
- nuove misure di constrato all’ecomafia (la competenza sarà della Dda)
- nuove misure di sostegno delle vittime del racket e dell’usura
- mappa informatica delle organizzazioni criminali
- potenziamento dell’azione antimafia nel settore degli appalti
- nuove iniziative sul piano internazionale per contrastare la criminalità transnazionale
- altre norme di contrasto alla criminalità organizzata
In particolare alla Dia viene assegnata la missione prioritaria, di ccuparsi dell’aggressione ai patrimoni mafiosi. Quanto alle ecomafie, dopo il sistema di tracciabilità voluto qualche giorno fa dal ministro Prestigiacomo, adesso l’attribuzione delle competenze in ordine al reato di traffico illecito organizzato di rifiuti passa alla Dda.
Si chiamerà Macro la mappa informatica delle organizzazioni criminali, un sistema che dialogherà con il sistema informatico della Direzione nazionale antimafia (sidna) e che servirà per conoscere meglio le organizzazioni criminali operanti sul territorio nazionale.
Capitolo appalti. Viene promosso il ricorso alle Suap, le stazioni uniche appaltanti provinciali. Ma anche adozione di “white list”, liste di imprese pulite alle quali si possono affidare appalti senza ulteriori controlli.
A questo si aggiunge la tracciabilità dei flussi finanziari. “Quando viene pagato un euro per l’appalto – ha spiegato Maroni – noi seguiremo quell’euro non solo nel primo passaggio, ma anche nei passaggi successivi, per evitare che a forza di subappalti arrivi nelle tasche mafiose”.
Ultimo punto del pacchetto, sul piano internazionale, la richiesta all’Unione europea di adottare gli stessi strumenti legislativi che abbiamo in italia nel contrasto alla mafia. Una “best practice” l’ha definita Maroni, che merita di essere esportata in Europa.
I provvedimenti legislativi annunciati dal ministro Alfano.
‘ndrangheta, codice antimafia, albo degli amministratori giudiziari, e scudo assicurativo. Queste le misure annunciate dal ministro della Giustizia. “Il governo – ha detto Alfano – considera la Calabria una priorità, diventata ancora più forte dopo il tentativo di intimidire magistrati calabresi a cominciare dal Procuratore Generale. Siamo qui a ribadire che lo Stato è presente in Calabria perché intende darsi come missione quella di sconfiggere la ‘ndrangheta”.
La polemica di Alfano con il Csm e con l’Anm.
“Il 14 gennaio – ha proseguito il Guardasigilli – ho inviato al Csm richiesta di darmi parere sui 6 nuovi magistrati che devono venire a Reggio, sono passate due settimane, non ho ancora ricevuto parere del Csm, sono consapevole che è impegnatissimo a dare parere contro le nostre leggi ma se trovasse il tempo per dare anche il parere che ho richiesto gliene saremmo grati”.
Quanto allo sciopero annunciato dall’Anm per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, Alfano l’ha bollato come “iniziativa elettorale in vista delle elezioni per il rinnovo del Csm”.
La ‘ndrangheta entra nel codice penale.
Nell’articolo 416 bis del codice penale sarà inserita la parola “‘ndrangheta”. In più sarà data armonizzazione alle leggi antimafia con un codice delle leggi antimafia. Oggi, ancora, il Cdm ha approvato l’albo degli amministratori giudiziari: “Adesso – ha commentato Alfano – nessun giovane potrà dire che quando lo Stato sequestra un’azienda, quest’azienda si perde e quindi si perde lavoro”.
Lo scudo assicurativo per le vittime del racket. Il Cdm ha predisposto uno scudo assicurativo statale per le vittime delle storsioni che hanno il coraggio di denunciare. Lo Stato assicurerà con fondi propri i commercianti che denunciano gli estortori e assicurerà i loro beni industriali.