Reggio Calabria. E’ stato presentato ieri, a Roma, il XII rapporto nazionale di SOS Impresa-Confesercenti “Le mani della criminalità sulle imprese” che, ancora una volta, ha visto la Calabria come protagonista. Secondo il Rapporto Sos Impresa è allarmante come il bilancio delle mafie cresca ancora malgrado la forte pressione dello Stato e la crisi economica. Sono circa 24 i miliardi del giro di affari di usura e racket con cui si potrebbero realizzare almeno 200 mila posti di lavoro e liberare molti ragazzi (specie al sud) dal controllo criminale. L’enorme drenaggio di risorse a danno delle imprese ed il clima di paura con cui debbono convivere specialmente i piccoli imprenditori impone di tenere alta la guardia. Contro i commercianti, in particolare, ogni giorno si scatena una vera e propria bufera di intimidazioni ed atti criminosi:160 mila taglieggiati, 200 mila vittime dell’usura, 500 mila truffati, 90 mila furti e rapine. Inoltre la crisi, questo è l’allarme di Sos Imprea- Confesercenti, accentua le difficoltà di accesso al credito e finisce con l’aiutare gli usurai a fare grandi affari. Serve un passo deciso contro la mafia spa che, crisi o non crisi, conta sull’enorme liquidità che gli deriva da un fatturato mostruoso di 135 miliardi di euro l’anno. Ben vengano, quindi, azioni di maggiore sostegno verso chi denuncia anche per permettergli di continuare nella propria attività in condizioni di sicurezza e senza rimanere isolato socialmente. E serve ancora un “pacchetto giustizia” che fissi con rigore il principio della certezza dell’applicazione delle pene. Non solo, Sos Impresa-Confesercenti invoca corsie privilegiate negli appalti per gli imprenditori che hanno il coraggio della denuncia. Del resto il XII rapporto SoS Impresa ha messo in luce la posta in gioco: un racket che movimenta 9 miliardi e costa ai soli 160 mila commercianti colpiti oltre 5 miliardi. L’usura che ne colpisce altri 200 mila con un giro d’affari di 15 miliardi e vede in qualche caso gli usurai in tempo di crisi presentarsi anche di fronte ai cancelli delle fabbriche. Ed ancora. Nel triennio 2006-2009 sono state 165 mila le attività commerciali e 50 mila gli alberghi e di pubblici esercizi costretti alla chiusura. Di queste attività un 40% – sottolinea il Rapporto SoS Impresa – deve la sua cessazione all’aggravarsi di problemi finanziari, al forte indebitamento, all’usura. È rilevantissimo, inoltre, il fatturato criminale che proviene dagli appalti: 6 miliardi e 500 mila euro. Questo si traduce in centinaia di imprese in malora e gravi intimidazioni: ricordiamo che dal 2001 al 2008 ci sono stati nella sola Calabria quasi 300 atti intimidatori contro amministratori e imprenditori. La lotta contro le mafie è dunque una lotta per ridurre i numeri di un vero e proprio bollettino di guerra. Resta pericolosa l’estensione della penetrazione criminale in economia in ogni settore, frutto dell’imponente massa di risorse finanziarie a disposizione. Nel mirino mafioso l’edilizia, ma anche altre attività: aree di servizio carburanti, catene di franchising, grande distribuzione, giochi e scommesse, industria del divertimento. Il rapporto SoS Impresa ha lanciato l’allarme dimostrando che gli interessi criminali e le aziende mafiose entrano perfino nelle case degli italiani attraverso i prodotti alimentari che controllano.
Ufficio stampa Sos Impresa-Confesercenti Calabria