Aguzzate la vista. E’ uno dei giochi più famosi della Settimana Enigmistica. Una prova di abilità in cui il lettore deve cimentarsi nel riconoscere le tante piccole differenze tra due immagini, che solo in apparenza sembrano uguali. Eppure differiscono in tanti particolari. Allo stesso modo invitiamo i lettori ad aguzzare la vista durante la loro navigazione online. Vi sono siti, non si capisce bene se registrati o meno al Tribunale come quotidiano online, che ormai di quotidiano hanno solo il tentativo di carpire la buona fede dei lettori.
Carta canta, si diceva ai tempi delle rotative. Se un quotidiano non ha una notizia importante, tecnicamente ha preso ‘buco’ dalla Testata che invece riporta la notizia. Al tempo dell’informazione online, però, qualcosa è cambiata. La possibilità di inserire le notizie a qualunque ora, senza più essere legati ai tempi limite rappresentati dalla rotativa, permette di inserire anche in corsa una notizia che altri hanno e il proprio giornale no. E fin qui nulla di male.
Senonché nel panorama dell’informazione in rete, appaiono anche i furbetti che non solo rubacchiano quattro dettagli raffazzonando un articoletto in fretta e furia, ma pensano pure di fare fessi i lettori retrodatando l’inserimento dell’articolo. Le piattaforme dei giornali e dei siti web, infatti, permettono di piazzare a proprio piacimento l’orario di inserimento di una notizia, che normalmente è legato semplicemente, come è giusto che sia, all’effettivo orario di pubblicazione. Fortunatamente sui log (la registrazione cronologica delle operazioni man mano che vengono eseguite) del provider (il fornitore dei servizi internet che ospita il sito) resta traccia di tutti gli orari, quelli veri. Del resto nemmeno Google News mente, basta controllare quante ore fa l’aggregatore di notizie ha ‘pescato’ la notizia, che solitamente avviene entro 15 minuti dalla pubblicazione, per rendersi conto dell’effettivo orario di inserimento.
Ciononostante c’è chi non riesce a resistere alla tentazione di fare il furbetto, e allora spesso e volentieri se ha bucato la notizia, nessun problema, la scopiazza e la inserisce spostando indietro le lancette dell’orologio dello pseudo-articolo. Così facendo, non si rende conto, o se se ne rende conto dimostra che poco gli importa, che i primi ad essere turlupinati sono i suoi stessi lettori, verso i quali una Testata, e un giornalista, dovrebbe comportarsi con la massima correttezza.
C’è poi un risvolto di etica professionale verso i propri colleghi. Provenendo dal mondo della carta stampata, abbiamo ancora un concetto ‘romantico’ del ruolo del cronista, anche nei rapporti coi suoi colleghi. E’ opportuno dunque, alla luce delle nuove tendenze, ricordare a qualcuno in punta di penna, come è stile di Newz, senza strillare, quali siano i doveri deontologici di un giornalista nei rapporti con gli altri appartenenti alla categoria, che devono essere improntati alla leale competizione. In questo lavoro solo i presuntuosi possono pensare di arrivare sempre prima degli altri. I ‘buchi’ si prendono e si danno. Oggi a me, domani a te. E’ questo, se vogliamo, il bello, la molla che ti fa scattare l’amore per questo lavoro. Mai cullarsi sugli allori. La soddisfazione professionale per uno scoop, come aver dato ieri per primi online (senza tuttavia pretese di esclusiva, infatti i maggiori quotidiani locali oggi offrivano il loro resoconto in edicola) la notizia del ferimento dell’uomo a causa di un ordigno che gli è esploso fra le gambe mentre percorreva in automobile la via Pasquale Andiloro, va ‘salutata’ giusto per qualche attimo, e poi si ricomincia da zero. Essere arrivati per primi ieri, come tante altre volte (e in alcuni casi sono state le Agenzie di Stampa a riconoscerci il merito), non fa guadagnare crediti da spendere nei giorni successivi. Un cronista deve rimanere sempre vigile, chi si culla sugli allori avrà l’amara sorpresa di essere preceduto da qualcun altro alla prossima occasione. E quando succede, è salutare. Perché serve, anche ai più bravi, a rifarsi un bel bagno di umiltà e ricominciare con rinnovata energia un lavoro che altrimenti sarebbe snervante. Quanto ai rapporti tra giornalisti, però, quando un altro cronista ci dà buco, tanto di cappello al collega che è stato più bravo.
Noi non abbiamo mai truccato le lancette dell’orologio per ritagliarci una primogenitura che, i lettori più attenti, quelli che sanno aguzzare la vista, comprendono come altrove sia frutto di malafede, e non di onesto lavoro. Oltre a tradire i doveri di correttezza coi colleghi, chi agisse in questo modo, tradirebbe in primis il rapporto di correttezza e fiducia che un giornale deve instaurare con i suoi lettori e che Newz, di questo ne andiamo fieri, si è guadagnato e continua a guadagnarsi giorno dopo giorno. Dunque il consiglio ai naviganti è di aguzzare la vista, e controllare le lancette del proprio orologio.
Fabio Papalia