Reggio Calabria. “Si sono arrampicati su una gru, consapevoli che solo con un gesto eclatante Roma si sarebbe accorta della crisi del Porto di Gioia Tauro. Come centinaia di altri operai in tutta Italia, stritolati da crisi aziendali e licenziamenti, anche i lavoratori dello scalo calabrese hanno capito che per farsi ascoltare dal Governo Berlusconi – lo stesso che pochi giorni fa a Reggio Calabria non ha ritenuto di riceverli, tenendoli lontani da piazza Italia – bisogna salire sui tetti, restare sospesi a decine di metri da terra, protestare nelle forme più estreme. In caso contrario si resta invisibili e senza voce”. E’ quanto dichiara il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Nino De Gaetano. “La lotta intrapresa dagli otto portuali di Gioia Tauro, che da martedì sera stazionano per protesta sulla gru 22, – prosegue – è il segnale evidente di quanto tesa e drammatica sia ormai l’atmosfera tra i lavoratori dello scalo dove la Mct-Contship prevede la cassa integrazione per 400 dei 1.300 operai, senza indicare tempi e dettagli del piano industriale che dovrebbe condurre l’azienda fuori dalla crisi. Le riunioni che si sono finora susseguite tra parti sociali e azienda non sono riuscite a rischiarare l’orizzonte, soprattutto per la latitanza di un Governo che in queste stesse ore, mentre gli operai di Gioia Tauro sono sospesi su una gru e quelli dell’Alcoa raccolti fuori da Palazzo Chigi, si preoccupa dei guai giudiziari del Premier votando il legittimo impedimento. Alle preoccupazioni dei lavoratori portuali, che vedono minacciato il proprio futuro e quello delle proprie famiglie, si deve rispondere immediatamente e con chiarezza. Deve essere chiara l’Mct, indicando ai sindacati quali strategie di rilancio intenda mettere in campo a Gioia Tauro, e deve essere chiaro l’impegno di tutte le istituzioni, a partire da quelle nazionali, nel sostegno di una delle poche realtà d’eccellenza della Calabria, frenata da non pochi ostacoli logistici (collegamenti ferroviari, in primis) e di sistema. Pianificare insieme il futuro di Gioia Tauro, riuniti ad un tavolo nazionale, non è più rinviabile ora che quel futuro sembra a rischio. Ai lavoratori portuali che in queste ore stanno difendendo il proprio posto di lavoro, infine, Rifondazione comunista è pronta a garantire, oltre alla piena solidarietà, anche un supporto concreto: in questa delicata ed importante vertenza resteremo al loro fianco sostenendoli fino in fondo”.
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