Intimidazione Monteleone. Tripodi (Pdci): “Pericolo da non sottovalutare”

Reggio Calabria. “Solidarietà e vicinanza al giornalista reggino Nino Monteleone, vittima di un vile gesto intimidatorio”. E’ quanto afferma, in una nota, Michelangelo Tripodi, segretario calabrese del PdCI, in merito all’incendio dell’autovettura del giornalista Monteleone. “Un episodio sconcertante – spiega Tripodi – che va ad aggiungersi a quelli che ormai si registrano con preoccupante e quotidiana cadenza. Nino Monteleone è un giovane giornalista free-lance, una voce libera che tramite il suo blog, la carta stampata e la televisione ha spesso denunciato il malaffare e la malapolitica e in un territorio dove a farla da padrona è la criminalità con ripetuti attentati ad esercizi pubblici e continue minacce a rappresentanti delle istituzioni e della società civile. Anche in questo caso il copione si ripete con un vile atto intimidatorio che va a colpire il diritto di espressione di pensiero e della libera informazione”.“ Quello di Nino Monteleone non è il primo caso di pesanti minacce ai danni di professionisti calabresi dell’informazione – aggiunge Tripodi – c’è infatti una manovra a tenaglia contro i cronisti non asserviti al potere con il preciso obiettivo di fermare, delegittimare, far desistere il diritto di cronaca e di inchiesta, usando i metodi più efferati, quelli che solamente appartengono alla criminalità organizzata: la violenza, la minaccia, il sopruso. Una situazione drammatica e preoccupante che bisogna superare mettendo insieme la società civile e l’impegno di chi crede in un diritto inalienabile come quello di cronaca e di inchiesta, in un’informazione priva di pressione di censure e ritorsioni capace di denunciare e di esprimere opinioni differenti che sono alla base di una solida democrazia”. “Non sottovalutiamo la pericolosità di queste minacce – conclude Tripodi – non spegniamo i riflettori su questa ennesima inquietante vicenda che ripropone il problema di scoprire mandanti ed esecutori di questo tentativo di imbavagliare con la violenza la voce libera dell’informazione”.

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