Gioia Tauro. Nelle prime ore della mattinata odierna i Carabinieri di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a 7 ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di altrettante persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine e altri reati, residenti nel comprensorio della piana di Gioia Tauro. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi e avviate la scorsa estate, hanno anche consentito nel tempo ai Carabinieri di intervenire preventivamente, impedendo l’esecuzione di alcune rapine già pianificate, sequestrando armi micidiali tra cui fucili mitragliatori e fucili a canne mozze e pistole.
Sulla scorta di quanto inizialmente accertato, ipotizzando l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla commissione di rapine ed altri delitti contro il patrimonio, sono state avviate le attività di indagine, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, con mirati servizi di osservazione controllo e pedinamento e riscontri, le quali hanno consentito di individuare una pericolosa associazione per delinquere finalizzata alle rapine.
1. Genesi dell’indagine dell’Operazione Gun Man
L’attività investigativa, convenzionalmente denominata “Gun Man”, trae origine da una delle numerose rapine perpetrate in danno di autotrasportatori nel territorio del comune di Rosarno, segnatamente quella verificatasi, lungo la Strada di Grande Comunicazione Jonio–Tirreno, il 07 Maggio 2009.
Nel dettaglio ad intervenire sui luoghi della rapina è stato il personale del Commissariato di Gioia Tauro che ha identificato l’autotrasportatore rapinato in Cristian Puccinelli. L’uomo, mentre viaggiava a bordo di un Tir, era stato bloccato da una Fiat Panda Van, di colore bianco, con a bordo due individui con il volto travisato da passamontagna, uno dei quali armato di pistola, e quindi rapinato del denaro che portava con sé (circa 3 mila euro in contanti).
Pochi minuti dopo la rapina, personale dipendente dalla Compagnia carabinieri di Gioia, ha intercettato l’autovettura dei rapinatori in fuga. I due, alla vista della pattuglia dei Carabinieri, si sono dati a precipitosa fuga lungo una strada interpoderale esistente in loco, incalzati dai militari dell’Arma lanciatisi sulle loro tracce. L’inseguimento, tuttavia, è stato interrotto a causa del transito attraverso la strada interpoderale di un gregge di ovini. I carabinieri, ciononostante, hanno rinvenuto poco dopo la Fiat Panda sospetta parcheggiata e chiusa a chiave in una via del centro abitato di Rosarno.
2. Sviluppo info-investigativo
A seguito del rinvenimento dell’autovettura utilizzata per la commissione della rapina, si è appurato che l’auto era di proprietà della società “ARVAL Service Lease Italia” di Scandicci (FI), e che era stata oggetto di furto in Vibo Valentia il 21.04.2009 denunciato presso il Reparto Operativo – Nucleo Investigativo – del Comando Provinciale Carabinieri di Vibo Valentia. La polizia giudiziaria ha avviato, quindi, una serie di accertamenti finalizzati all’individuazione degli autori della rapina partendo dal furto dell’auto utilizzata per commettere il reato di rapina. Sono state, quindi, acquisite le registrazioni del sistema di video sorveglianza di un esercizio commerciale di Vibo Valentia, che avevano ripreso per intero le fasi del furto. I militari visionando i filmati, sono pervenuti all’identificazione certa di uno degli autori del furto in Antonino De Paola, rosarnese, ed all’individuazione dell’autovettura, una Peugeot 206 di proprietà di Raffaele Chindamo, altro giovane rosarnese già noto alle Forze dell’Ordine, con la quale Antonino De Paola ed i suoi complici avevano raggiunto Vibo Valentia.
3. L’approfondimento investigativo
Sulla scorta di quanto accertato, ipotizzando l’esistenza di un sodalizio criminale non qualificato dedito alla commissione di rapine ed altri delitti contro il patrimonio, i Carabinieri hanno dato avvio, l’11.06.2009, all’intercettazione delle conversazioni all’interno dell’autovettura di proprietà di Raffaele Chindamo.
Tale attività, opportunamente approfondita anche con intercettazioni telefoniche ed ambientali in carcere, nonché corroborata da mirati servizi di osservazione controllo e pedinamento e riscontri, si è rivelata ben presto feconda di proficui elementi probatori prodromici all’individuazione di una pericolosa associazione a delinquere finalizzata alle rapine composta dagli odierni indagati Raffaele Chindamo, Vincenzo Cambareri Cl. ’73, Claudio Cambareri, Rocco Marasco, Alessandro Marando e Antonino De Paola.
Nel corso delle indagini è stata altresì appurata la grande disponibilità di armi, anche da guerra, da parte del sodalizio nonché il coinvolgimento di altri soggetti rosarnesi nel traffico e nella detenzione illegale delle armi tra cui gli indagati Francesco Cambareri, Giuseppa Iannì e Vincenzo Cambareri (tutti appartenenti al medesimo nucleo familiare) e Antonino Biondo.
L’attività investigativa ha consentito altresì di svelare ulteriori attività criminali collaterali poste in essere dagli indagati, come il traffico di stupefacenti (Raffaele Chindamo), i furti aggravati (Vincenzo Cambareri (cl. ’73), Vincenzo Cambareri (cl. ‘88), Domenico Papalia), le violazioni alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno (Vincenzo Cambareri cl. ’73).
L’esito delle indagini svolte è stato rassegnato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi il 24.09.2009 ed il 22.01.2010 a cura del dipendente organo operativo, con la richiesta di emissione di 11 provvedimenti custodiali.
4. I riscontri in fase di indagine
A riscontro delle attività tecniche di indagine, sono stati conseguiti i seguenti risultati:
- Persone arrestate in flagranza 6
- Persone deferite in stato di libertà 1
- Armi sequestrate 6
- Munizioni sequestrate 402
- Piante di canapa rinvenute 934
Il ricavato delle rapine veniva reinvestito in altre attività delittuose tra cui il traffico di droga.
5. Gli arrestati:
- CHINDAMO Raffaele, cl. 1987, residente in Rosarno, celibe, nullafacente,
- CAMBARERI Vincenzo, cl. 1973, residente in Rosarno, celibe, fornaio, sorvegliato speciale di p.s.;
- CAMBARERI Claudio, cl. 1989, residente in Rosarno, celibe, fornaio;
- MARASCO Rocco, cl. 1988, residente in Rosarno, celibe, nullafacente;
- MARANDO Alessandro, cl. 1976, residente in Rosarno celibe, nullafacente;
- CAMBARERI Francesco, cl. .1960, residente in Rosarno, celibe, censurato,
- CAMBARERI Vincenzo, cl. 1988, residente in Rosarno celibe.
Obbligo di dimora:
- PAPALIA Domenico;
- DE PAOLA Antonino
6. Le armi sequestrate durante l’operazione di oggi
Nel corso della perquisizione operata quest’oggi all’interno della masseria di Michele Marasco, cl. 1957, padre di Rocco Marasco cl. 88, e di Tommaso Marasco, cl. 1966, ubicata in Rosarno, contrada Serricella, sono state rinvenute abilmente occultate le seguenti armi:
- fucile da caccia marca Beretta mod. A 301 cal. 12;
- fucile da caccia marca Sabatti cal. 20;
- pistola semiautomatica marca Beretta cal. 6,35;
- n. 56 cartucce cal. 12;
- n. 133 cartucce cal. 20;
- n. 20 cartucce cal. 6,35;
Tutte le armi erano con matricola abrasa: Michele Marasco, cl. 1957 e Tommaso Marasco, cl. 1966, sono stati tratti in arresto perché colti in concorso nella flagranza dei reati di detenzione illegale di armi clandestine, detenzione illegale di munizionamento e ricettazione.
7. Le determinazioni dell’Autorità Giudiziaria
Il 12.02.2010 il gip del Tribunale di Palmi, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha concordato con le risultanze investigative raccolte dalla Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, ha emesso 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 2 provvedimenti di obbligo di dimora nel comune di Rosarno.