Nella serata finale del 60° Festival della Canzone Italiana l’Associazione Culturale Anassilaos propone un incontro sul tema “Fatti, eventi e protagonisti del Festival di Sanremo. Sessanta anni di storia italiana” che si terrà sabato 20 febbraio alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso. Una riflessione che attraverserà sessanta anni di storia italiana, dagli inizi della rassegna canora, nell’anno 1951, fino ai tempi più recenti, parlando di come e quanto il festival sia stato specchio della società italiana dagli anni difficili del dopoguerra, quelli della ricostruzione, all’età del boom economico fino alla congiuntura economica (fine anni Sessanta), al 68, alle stragi (Piazza Fontana, Italicus, Piazza della Loggia, Bologna), alle tensioni che hanno attraversato il nostro Paese. Si tratterà di vedere quanto le canzoni del festival abbiano intercettato gli umori della gente e quanto la gente si sia sentita partecipe dei brani musicali festivalieri. Se Nilla Pizzi cantava “grazie dei fior” nel 1951 nel solco di una tradizione melodica d’altri tempi e l’anno successivo, con Vola colomba si rendeva interprete, in maniera molto soft, dell’amor patrio verso Trieste, con l’eccezione di Papaveri e papere, una blanda satira dei potenti, la stagione degli urlatori (Betty Curtis, Tony Dallara, Mina, Domenico Modugno) e dei rockettari (Adriano Celentano con 24mila baci) anticipavano il boom che avrebbe trasformato gli italiani in consumatori, riempito i frigoriferi, animato le nostre strade di milioni di autoveicoli. Nel 1967, il suicidio di Luigi Tenco, una sorta di protesta contro la banalità del gusto corrente, sembra anticipare il 1968 anche se non erano mancate canzoni nelle precedenti edizioni canzoni ora blandamente protestatarie (“Nessuno mi può giudicare”) o anticipatrici del sacco urbanistico che di lì a breve avrebbe distrutto le città (“Il ragazzo della via Gluck”). Nel 1970 infine la congiuntura economica che seguì il boom e i conseguenti scioperi arrivano, sia pure in forma edulcorata sul palcoscenico dell’Ariston con “Chi non lavora non fa l’amore” del solito Celentano. Certo la canzone politica o sociale – nel senso sanremese, dove tutto viene sopito, rimasticato, digerito – non esaurisce sessanta anni di festival che hanno dato anche brani oggi giustamente celebrati ma al Festival talora poco compresi (E se domani, L’immemsità), che hanno spesso incontrato un successo internazionale (“quando quando quando”, “Quando mi innamoro”, in inglese “A man without love”, “Gli occhi miei” in inglese “Help yourself” ) fino al recente clamoroso caso di “Con te partirò” di Andrea Bocelli, quasi ignorato a Sanremo, e divenuta la canzone italiana di maggior successo internazionale nella versione inglese “Time to say goodbye” cantata insieme a Sarah Brightman. Non va neppure dimenticato che i maggiori artisti italiani sono andati a Sanremo o a Sanremo hanno cominciato la loro carriera: il Lucio Dalla di 4 marzo 1943 o di Piazza Grande il Lucio Battisti di “Un’avventura”, il Rino Gaetano di “Gianna” e poi ancora Vasco Rossi (Vita spericolata), Eros Ramazzotti, che vinse nel 1984 la categoria nuove proposte e due anni dopo lo stesso festival, Laura Pasini, che vinse nel 1993 la categoria nuove proposte, Marco Masini, Renato Zero, Riccardo Cocciante, Roberto Vecchioni,Zucchero, Gianni Morandi ed altri. Notevole anche in passato la presenza degli artisti stranieri più in voga al tempo, reduci da successi internazionali, che compaiono dal 1964, invitati non come ospiti ma come esecutori in lingua italiana, da Gene Pitney a Pat Boone, da Paul Anka a Frankie Laine, da Ben E. King a Louis Armstrong, da Ertha Kitt a Dionne Warwick, passando per Petula Clak, Jody Miller ,Timi Yuro, Dusty Springfield, Mary Hopkins fino a cantanti francesi, tedeschi, giapponesi ( Udo Jurgens, Yukari Ito, Antoine). Un omaggio doveroso deve infine essere tributato a quei campioni che hanno vinto più volte il festival, che il festival hanno acceso con le canzoni o le polemiche e che al festival sono stati sfortunati o poco compresi come, tra gli altri, Claudio Villa, Mina, Modugno, Nada, Bobby Solo, Caterina Caselli, Gigliola Cinquetti, Little Tony, Don Backy, Toto Cutugno, Ornella Vanoni, Sergio Endrigo, Riccardo del Turco, Milva, Marisa Sannia, Betty Curtis, Patty Pravo, Iva Zanicchi, Nicola di Bari per finire con i nostri conterranei, Mia Martini e Mino Reitano. All’incontro prenderanno parte anche i giovani dell’Anassilaos (Tito Tropea, Giovanni Azzarà, Giacomo Marcianò).
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