Polo universitario Locri. Ravanese: “Ci sentiamo traditi”

Dopo ormai 4 mesi di protesta, come studenti del corso di Laurea in Servizio Sociale di Locri, non ci sentiamo più abbandonati dalle istituzioni preposte, bensì traditi. Le promesse fatte dai politici di ogni organo e grado non sono valse a nulla. Dal 26 novembre, attendiamo con ansia che la Fondazione LocrIdea inizi a funzionare. A nulla sono valse le nostre proteste, i nostri incontri e i vari dibattiti, per dei politici che ahinoi, non hanno la minima intenzione di spendersi per il territorio, di rilanciarlo e di dare futuro e speranza ai giovani. Ormai il nostro corso è al culmine della sua via crucis, ed i carnefici non sono altro che quegli amministratori, che senza guardarci in faccia, ci propinano la loro sui vari manifesti elettorali pro regionali. Partiti, coalizioni, liste civiche, chi più ne ha, più ne metta, in un subbuglio generale che dal trasformismo politico passa alla beffa. Un territorio che si presta ai convegni politici, alle passerelle, ai palcoscenici, ma che non è mai degno di essere sostenuto e risollevato. Un territorio che scalpita e lotta, con una forza encomiabile, ma che si scontra sempre contro la politica di gomma, che si piega, non si spezza, ti da le spalle ed è sempre là. Le stesse persone, le stesse facce, ma forse in qualche nuovo abito, un “colore” diverso che in questo momento va più di moda. Ed a noi, poveri mortali, poveri studenti, non rimane che decidere il “meno peggio” oppure, con molta forza e determinazione, “scegliere di non scegliere”. Perché la cultura, dovrebbe essere la base della politica, ma in Calabria, sono i comparati la base della politica, le clientele e tutti coloro che portano voti o acqua al mulino del padrone. Beh, noi come studenti, come giovani liberi, in una terra dove vige il detto “il compare del mio compare è mio compare” ci sentiamo di dire che: “il politico del mio compare, io NON lo voto”. Ma un apprezzamento è doveroso farlo, a quelle persone che ci sono state vicine, impegnandosi per la nostra causa, con tutte le loro forze senza poi auspicare un ritorno di nessun genere. Ed in questo caso, il nome da fare, è quello di un giovane pulito, che si è sempre impegnato per il nostro corso di laurea, che a dicembre ha partecipato ad un convegno a Locri, raccogliendo e “facendo sue le nostre istanze” e portandole dal Rettore Tommasello. Si, il maggior risultato in questi mesi, non è stato politico, bensì giovanile e genuino. Se infatti ancora vi è uno spiraglio da parte dell’ateneo messinese, cosi come annunciato nei giorni scorsi, il merito è di Francesco Campisi, vicepresidente del CNSU. Questo ci ha dimostrato, come purtroppo, non sia la politica a non poter fare le cose, ma forse a non volerle fare. A chi convenga chiudere l’Università a Locri, non è ben chiaro, o forse lo è cosi tanto da sembrare banale. Purtroppo in questa situazione, le nostre parole, saranno come quelle di un manifesto elettorale dove, oggi ci sarà scritto “VOTA CICCIO” e domani mattina, nello stesso punto, con la colla ancora fresca, ci sarà scritto “VOTA PASQUALE”. Questa è la politica in Calabria, una terra dove le persone camminano, ma quando provano a correre, a mettersi in pari con il resto del mondo, si confrontano con la cruda realtà, che ogni anno, sullo stesso muro, ci saranno sempre le solite facce, con un colore di sfondo diverso. Poi la voglia di correre passa, ed un giovane, che spera di avere un atletico futuro, preferisce camminare in un’altra regione, che continuare a zoppicare in Calabria, dove non ci sono persone che corrono ma che purtroppo, vengono spinte.

Il Rappresentante degli Studenti Universitari della Locride
Livio Ravanese

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