La gestazione non è stata delle più brevi, era il 1999 quando Coldiretti stilò il patto con il consumatore per ridare dignità ad un comparto, quello agricolo, rimasto ai margini. Da lì una serie di iniziative che hanno abbracciato la società civile a trecentossesantagradi, condotte con grande tenacia oltre che con sensibilità ed intelligenza, e che oggi conducono all’importante risultato del primo punto vendita cosentino di Campagna Amica, secondo il format del farmer market.
Giovedì 25 febbraio, alle ore 17.00, l’inaugurazione in via Oberdan, preceduta da un convegno, che si terrà al mattino (ore 11.00) presso il vicino teatro Morelli, per un’analisi ad ampio raggio delle problematiche dell’agricoltura nel contesto della crisi globale.
Ad illustrare complessivamente l’iniziativa ci hanno pensato questa mattina il Presidente di Coldiretti Cosenza, Pietro Tarasi; il Presidente della Cooperativa Le Georgiche, che gestirà la struttura, Paolo Sessa; l’assessore alle attività economiche e produttive del Comune di Cosenza Maria Rosa Vuono.
La storia del progetto ce la racconta Tarasi, proprio a partire da quel 1999, evidenziando, tra le finalità, il recupero della nostra tradizione del mercato di prossimità ma soprattutto il ritrovare di saperi e sapori della nostra cultura contadina e dei valori di cui è portatrice.
Parliamoci chiaro. Il Farmer Market è un vantaggio per chi consuma ma anche per chi produce. Pensiamo a quante imprese agricole, soprattutto le più piccole, rischiano di scomparire e come una iniziativa del genere le rimetta assolutamente in gioco.
I vantaggi per il cittadino possono essere invece riassunti nella formula qualità-risparmio che tanto sta a cuore al consumatore, e tradursi nel percorso che va dalla rintracciabilità del prodotto, attraverso la corretta etichettatura, per finire al prezzo concorrenziale. Perché acquistare al farmer market significa risparmiare sino al 30%: si accorcia la filiera, si abbassa il prezzo.
Il progetto sul quale stanno per aprirsi le porte non vuole essere però un punto d’arrivo ma di partenza. Lo dicono quasi all’unisono Pietro Tarasi e Paolo Sessa. Qual è l’ambizione? Trasferire l’iniziativa a tutta la provincia e arrivare a una vendita diretta organizzata.
“Non pensiamo al farmer market come ad un semplice luogo d’acquisto – dice Paolo Sessa ma come al luogo della consapevolezza di ciò che si consuma”. Contribuirà a trasmettere questo messaggio anche la proiezione all’interno del punto vendita di un video per informare il consumatore sulla provenienza del prodotto, sui processi di lavorazione, perché dire consumatore consapevole non sia solo un esercizio verbale ma una pratica concreta.
In un comparto che ha un richiamo così forte alla tradizione, gli aspetti innovativi e tecnologici trovano il loro spazio anche nella realizzazione di un apposito sito web che abbia carattere divulgativo e consenta l’e-commerce. Il pensiero va ai tanti calabresi sparsi nel mondo che desiderano riappropriarsi dei sapori della loro terra. Inoltre si organizzerà la “cassetta della settimana”, che raccoglie i prodotti stagionali, e su prenotazione viene consegnata a domicilio. Tradizione sì ma il marketing non viene assolutamente sottovalutato.
Tra gli utenti non solo i singoli consumatori ma si guarda con molta attenzione ai ristoratori, che si vuole invogliare alla proposta di un menù a km zero; e poi le mense – quelle scolastiche soprattutto – in assoluta coerenza con il percorso di divulgazione e sensibilizzazione al consumo consapevole che Coldiretti da tempo realizza nelle scuole.
Insomma, nulla nasce dal nulla. Anche per l’Amministrazione comunale, contribuire alla realizzazione di questo progetto significa assolvere alcuni significativi punti programmatici che guardano allo sviluppo dell’agricoltura.“La nostra funzione – sottolinea l’assessore Vuono, richiamando anche l’impegno in questa direzione della collega Francesca Bozzo, come titolare della delega alla valorizzazione delle frazioni e ancor prima come Presidente della Commissione attività economiche e produttive – è stata facilitare un processo complesso che accorciasse le distanze tra la città e il mondo agricolo. Perché c’è una ricca presenza di borghi rurali nel territorio cittadino, che significano una vocazione specifica; e poi perché è l’economia a chiederlo”. Richiamando il recente impegno dell’Amministrazione a favore de “I semi del cambiamento”, una mostra e un convegno sullo sviluppo compatibile, l’assessore Vuono ha ribadito “l’impegno per favorire processi di aggregazione tra imprenditoria sociale ed economia tradizionale che devono necessariamente camminare assieme nell’ottica di uno sviluppo sostenibile”.
Il farmer market ed i suoi prodotti – 30 aziende che spaziano dal caseario all’ortofrutta, dai sott’olio ai fichi, dalla liquirizia all’olio e a tutto quanto ciò che si produce e si trasforma nelle nostre campagne è aperto dalle 8.30 alle 14.30, e dalle 16.30 alle 20.30.
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