De Gaetano (Prc): “Gli operai di Mortara senza stipendio, sulla Sa-Rc ritardi, cassintegrazione e morti bianche”

“Nei grandi cantieri del Reggino non esistono certezze. Nessuna sicurezza sul pagamento degli stipendi, sui tempi di ultimazione dei lavori, sugli investimenti per il completamento delle opere, sulle reali intenzioni o capacità delle imprese di onorare gli impegni assunti. E a farne le spese, come sempre, sono gli operai, da una parte, e i cittadini dall’altra. Emblematici sono i casi del Centro integrato di Mortara di Pellaro, a Reggio Calabria, e del tratto reggino della Sa-Rc. A Mortara, nella zona sud della città dello Stretto, l’opera più significativa del decreto Reggio (legge 246 del 1989) attende di essere ancora ultimata a vent’anni dall’arrivo dei fondi. Lo stato dell’arte è desolante: tredici milioni di euro di lavori sui sedici stanziati e mancano ancora all’appello il mattatoio, il deposito Atam e le opere di urbanizzazione. Nel frattempo l’impresa Lafatre di Frosinone persevera nella pessima abitudine di non pagare gli stipendi alle maestranze locali. Al momento i 24 operai impiegati nel cantiere sono infatti in attesa di due buste paga. Ma non basta. Tra i lavoratori di Mortara la vera preoccupazione è legata al futuro, con il finanziamento del decreto Reggio ormai agli sgoccioli e il rischio che il Centro integrato resti l’ennesima incompiuta calabrese in mancanza di futuri impegni finanziari. Non va meglio sui cantieri reggini della Sa-Rc, nonostante le trionfalistiche dichiarazioni di ministri e dirigenti dell’Anas, impegnati ad indicare date per il completamento come se stessero dando numeri al lotto. La realtà è che i lavoratori e i circa 200 cassintegrati del Consorzio formato da Impregilo e Condotte solo due giorni fa sono stati costretti a chiedere garanzie per il futuro occupazionale, protestando di fronte agli uffici aziendali di Palmi, mentre tutti gli automobilisti che percorrono l’autostrada possono “ammirare” lo stato di abbandono in cui versano alcuni cantieri e il ritardo con cui avanzano gli altri, spesso in assenza delle necessarie condizioni di sicurezza. La morte dell’operaio 32enne Rocco Palumbo, precipitato da un viadotto a Palmi il 12 febbraio scorso, potrebbe esserne una tragica conseguenza. Riteniamo inaccettabile e vergognosa questa situazione: gli operai e i cittadini calabresi sono ostaggio di logiche imprenditoriali irresponsabili e delle politiche governative di questo centrodestra che trascura il Mezzogiorno e dimentica i diritti dei lavoratori. Un intreccio di interessi che va spezzato e contro il quale Rifondazione comunista affiancherà operai e sindacati nella sacrosanta battaglia per il lavoro”.

Exit mobile version