Arrestato 3 giorni fa per furto, ieri in manette per rapina

Reggio Calabria. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, diretto dal tenente Francesco Rampielli con il coordinamento del capitano Nicola De Tullio, nella nottata di ieri hanno tratto in arresto, RIMOSSO PER OBLIO, marocchino 24enne, con l’accusa di rapina.
Erano le 23,45 circa quando un giovane (L.P. 24 anni) ha richiesto aiuto poiché, mentre si trovava all’interno della Villa Comunale è stato accerchiato da tre cittadini extracomunitari che dapprima gli hanno chiesto dei soldi, poi lo hanno spintonato a terra e pestato con calci e pugni, rapinandolo dei contanti che aveva con sé e del cellulare. L’intervento di una pattuglia del Nucleo Radiomobile ha permesso di rintracciare poco distante RIMOSSO PER OBLIO, anche perché poco dopo la rapina era arrivata presso la Centrale operativa una richiesta di aiuto da parte di alcuni cittadini poiché in strada vi era una persona, RIMOSSO PER OBLIO, che si aggirava con una spranga in mano minacciando i passanti. L’uomo è stato subito bloccato dai militari dell’Arma. Giunto sul posto, ancora ferito, il giovane rapinato ha riconosciuto il magrebino come uno dei rapinatori che lo avevano aggredito poco prima. Sono ora in corso le indagini per rintracciare gli altri due complici.

Arrestato tre giorni fa per furto.
Il giovane RIMOSSO PER OBLIO, non è nuovo a questo tipo di imprese: solo due giorni prima era stato arrestato da personale delle Volanti della Polizia di Stato per il tentato furto di un ciclomotore. Rimesso in libertà a seguito della convalida dell’arresto, non ha tardato a rimettersi all’opera. Ora è stato associato preso la Casa Circondariale di Reggio Calabria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, fino al prossimo atto di clemenza di una Giustizia che ormai è lontana anni luce dalle reali necessità del cittadino.

Un codice penale che fa acqua da tutte le parti.
Il caso di RIMOSSO PER OBLIO non è né unico né tantomeno infrequente. È uno dei tanti casi emblematici di un sistema sanzionatorio che andrebbe profondamente rivisto. Da una legislazione dell’emergenza all’altra, il Codice Penale fa acqua da tutte le parti, con i magistrati ‘costretti’ ad applicare le norme che ci sono, e che consentono a un ladro di vedersi riammesso in libertà subito dopo la convalida dell’arresto. Ma se non basta più nemmeno essere colto con le mani nel sacco, per farsi qualche mese di carcere, cosa occorre per essere ammessi alle patrie galere? Sempre più spesso soggetti recidivi, violenti e socialmente pericolosi, fanno impunemente avanti e indietro dalle aule giudiziarie, fin quando poi commettono l’irreparabile. Come possiamo constatare, non è colpa delle Forze dell’Ordine, che fanno il loro dovere con certosina professionalità. Non è colpa dei magistrati che, dura lex sed lex, giustamente applicano le norme vigenti. Non è nemmeno colpa di questi soggetti, ‘onesti’ malfattori che trovano conveniente in Italia giocare a “guardie e ladri”.

Fabio Papalia

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