Reggio Calabria. “Piena solidarietà e sostegno ai lavoratori edili impegnati nell’ammodernamento del tratto reggino della Salerno-Reggio Calabria oggi in sciopero a seguito del secondo incidente mortale verificatosi nell’arco di quindici giorni nei cantieri del V macrolotto”. A sostenerlo, in una nota, Michelangelo Tripodi, assessore regionale all’Urbanistica, nonché segretario regionale e responsabile del Dipartimento Mezzogiorno del PdCI-Federazione della Sinistra. “Nel giro di due settimane – sottolinea Tripodi – due incidenti mortali nello stesso cantiere di Palmi hanno causato il decesso di un giovane di 33 anni e di un padre di famiglia di 51 anni. Episodi raccapriccianti che come giustamente da noi denunciato più volte e dalle organizzazioni sindacali di categoria testimoniano le condizioni allarmanti in cui sono costretti ad operare i lavoratori ai quali non vengono garantiti i più elementari standard di sicurezza. Una vera e propria emergenza che chiama in causa i vertici dell’Anas e delle ditte a cui sono stati appaltati i lavori. Una logica perversa senza regole se non quella del profitto per le imprese appaltatrici a discapito della sicurezza dei lavoratori”. “Lavoratori sfruttati – aggiunge Tripodi – costretti spesso a turni aggiuntivi pur di portare a casa un pezzo di pane.
Lavoratori nella stragrande maggioranza con contratti a tempo determinato su cui pesa il ricatto delle imprese, di imprenditori senza scrupoli che con il bene placido dell’Anas, del suo presidente Pietro Ciucci, del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, quindi del governo Berlusconi, si arricchiscono alle spalle e sulla pelle della classe operaia”. “Un sistema perverso – ribadisce Tripodi – in un paese in cui si continua a non investire vergognosamente in prevenzione. Una problematica che ha assunto proporzioni enormi e che, in questi ultimi mesi e in questi ultimi giorni, ha visto coinvolte tristemente tante famiglie calabresi che hanno perso i loro cari. Una catena immorale che va spezzata con leggi adeguate e degne di un paese civile che non può permettersi di lasciare sistematicamente impunite le cosiddette morti bianche. Chi non investe in sicurezza ed è quindi responsabile degli incidenti mortali sul lavoro deve pagare penalmente. A partire dal presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, che deve finirla di scaricare la colpa sui lavoratori e di annunciare di aver nominato la solita commissione d’inchiesta che però non farà nessuna indagine”.
“L’intervento della magistratura in casi di incidenti sul lavoro – afferma ancora Tripodi – deve essere tempestivo ed adeguato. Non si può permettere a Pietro Ciucci e company di farla franca quando muore un lavoratore sui cantieri dell’autostrada, così come non si può permettere in ogni angolo del nostro paese che quando un lavoratore rimane vittima di un incidente tutto finisca nel dimenticatoio e nell’indifferenza. Come giustamente sostengono i sindacati e quanti hanno a cuore la problematica bisogna vigilare severamente affinché le imprese applichino tutte le regole sulla sicurezza e rispettino le procedure. Tutte le autorità competenti devono controllare continuamente che i protocolli vengano attuati, sanzionando pesantemente anche dal punto di vista penale chi non rispetta tali regole”. “L’incidenza degli infortuni su una delle più grandi opere in fase di realizzazione nel nostro paese ha raggiunto limiti intollerabili – conclude Tripodi –. Altri due operai sono morti, altre due famiglie si sono ritrovate da un giorno all’altro sole e disperate e quello che fa da contraltare è la vergognosa indifferenza dei vertici dell’Anas e del governo centrale. Quello che serve è giustizia. Queste ennesime tragedie non possono, non devono rimanere impunite e noi come Comunisti Italiani oltre a denunciare e a sollecitare chi di dovere saremo vigili affinché questo non accada. Di lavoro non si può, non si deve più morire e se questo purtroppo accade i responsabili devono pagare così come paga chi commette qualsiasi altro reato”.
Ufficio Stampa PdCI Calabria