Reggio Calabria. Il Sindaco di Reggio Calabria auspica una svolta per invertire la tendenza che fino ad oggi ha stretto “la Calabria nella morsa delle lobby politico – affaristiche che hanno saccheggiato le risorse pubbliche e soffocato sul nascere le istanze del territorio”. Per Giuseppe Scopelliti, rispetto al resto del Paese, “noi calabresi dobbiamo sopportare uno sforzo maggiore per recuperare i ritardi e cancellare i gravi guasti provocati dall’egoismo delle classi dirigenti e dalla voracità della burocrazia”. Per questo ipotizza una “rivoluzione partecipativa” in grado di “frantumare la cristallizzazione di quel potere che risiede nelle mani di pochi e che, in tutti questi anni, ha garantito la gestione di fiumi di danaro disperdendolo in mille rivoli clientelari che nulla hanno prodotto sul territorio”. Il sindaco di Reggio, poi, indica alcuni esempi dei guasti prodotti ai danni della Calabria: “Dal sistema delle depurazioni alle risorse idriche, dalle infrastrutture primarie all’efficienza della pubblica amministrazione”. Ed aggiunge:” Questa classe dirigente e questa burocrazia, più che parte di un’ organizzazione sociale, sono il cuore di un sistema oligarchico. In Calabria – il nostro timore è purtroppo fondato – siamo oltre l’ipotesi weberiana del potere politico ed economico concentrato nelle mani di pochi. Pensiamo ai direttori generali, che oggi non sono – come noi vorremmo che fossero – i protagonisti di un progetto che recepisca le istanze del territorio e, al tempo stesso, rispettosi delle linee programmatiche”. Un siffatto scenario, per Scopelliti, richiede “la presenza di una classe politica che rompa con il passato, che rifiuti l’idea di governi consociativi; una struttura amministrativa giovane e snella; uomini e donne che abbiano una chiara visione sui progetti e gli obiettivi di questo nuovo percorso teso ad impedire decisioni e scelte centraliste. Occorre, dunque, una vera e propria selezione delle classi dirigenti, in grado di superare le degenerazioni della democrazia di massa, i processi perversi della burocratizzazione e la demagogia dei cosiddetti capi carismatici”.
Ritornando alla necessità di una rivoluzione partecipativa, il Sindaco di Reggio Calabria la ritiene un passaggio fondamentale “per avviare un cambiamento epocale che richiede, secondo il nostro modo di intendere la politica ed il futuro di questa terra, scelte coraggiose e battaglie dure contro le lobby ed interessi consolidati; uno scontro con i falsi moralisti, i persuasori occulti. Insomma, opporsi con forza e determinazione alle vecchie logiche per aprire la strada alle scelte del cambiamento”. Questa grande rivoluzione deve passare attraverso tutti gli attori sociali, nessuno escluso. “E’ importante ribadire – conclude – il primato della politica che deve dare gli input ed indicare i percorsi da seguire, i tempi per l’attuazione di piccole o grandi strategie. Una politica autorevole, dunque. Caso contrario essa rimane subalterna ad altre componenti sociali e connivente con quel substrato burocratico che difende la cristallizzazione di un sistema affaristico – clientelare a cui spesso la politica si rivolge per ottenere il consenso” .