Vibo Valentia. Una storia di persecuzioni e minacce quella che hanno scoperto gli uomini della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia e che ha portato in carcere un uomo di S. Gregorio D’Ippona. Il tutto comincia nei primi giorni di gennaio quando una donna di Vibo Valentia, si reca dagli uomini della Stazione Carabinieri di Vibo Marina in lacrime, dicendo di essere ormai da mesi perseguitata dall’uomo con cui, fino ai primi mesi del 2009, aveva avuto una contrastata storia d’amore.
Una storia finita quando l’uomo, dopo i primi momenti di tenerezza, si era rivelato roso dalla gelosia e dominato da una irrefrenabile aggressività che lo portava, non solo ad impedirle di uscire di casa, ma addirittura ad incontrare i propri familiari.
La donna ha raccontato ai militari come per più di un anno non abbia avuto il coraggio di lasciare l’uomo, troppo spaventata da quello che sarebbe potuto accadere a lei ed ai propri cari. E così si è rassegnata, per mesi, a vivere da reclusa, sotto la costante spada di Damocle di qualche improvvisa crisi di gelosia dell’uomo che, inevitabilmente, si trasformava in botte e minacce.
Tutto questo fino all’anno scorso quando, dopo l’ennesima e furibonda lite, ha deciso di troncare la storia, anche grazie alla paura suscitatale dall’uomo qualche mese prima quando, dopo averla sequestrata dentro la sua macchina, si era fermato in una piazzola di sosta dell’autostrada per collegare un tubo di plastica allo scappamento della macchina e morire così insieme a lei. Una tragedia evitata solo grazie alle promesse della donna di non interrompere la relazione e di continuare a subire passivamente.
Quando però finalmente la donna ha deciso di farla finita e troncare per sempre questa storia, quello che doveva diventare un giorno da ricordare si è trasformato in un vero e proprio incubo.
Infatti da quel momento l’uomo ha perseguitato la sua vittima notte e giorno. Si faceva trovare sotto casa, fuori dal lavoro, alla fermata dell’autobus e la subissava di migliaia di telefonate. I militari della Stazione di Vibo Marina, che sin dal momento in cui la donna è entrata in Caserma l’hanno seguita passo per passo per tutelarla ed assicurare alla giustizia l’uomo, hanno verificato come in appena 5 mesi l’uomo avesse fatto alla sua incolpevole vittima oltre 2200 telefonate a tutte le ore del giorno e della notte.
La donna era arrivata al punto di doversi volontariamente segregare in casa per paura di essere seguita, minacciata e picchiata, cosa che avveniva puntualmente ogni volta che incontrava il proprio ex, anche per le vie centrali di Vibo.
Una situazione insostenibile, che ha continuato la propria escalation nelle ultime settimane con l’uomo che ormai quotidianamente si faceva trovare alla fermata dell’autobus della propria vittima per minacciarla e costringerla a riallacciare la relazione ormai finita. L’uomo era arrivato addirittura a seguire il pullman sino a Catanzaro e aggredire la donna davanti alla propria sede di lavoro, dicendole che nessun luogo era sicuro per lei fin quando non avesse ripreso la storia d’amore. Una persecuzione che stava minando seriamente la salute fisica e morale della donna, ormai periodicamente costretta a ricorrere alle cure dei sanitari a causa delle percosse che riceveva quasi giornalmente.
Ieri i Carabinieri della Stazione di Vibo Marina, che da settimane pedinavano con discrezione la donna per documentare le continue molestie che riceveva e per accertarsi che l’uomo non passasse nuovamente alle vie di fatto, hanno notato l’uomo bloccare per l’ennesima volta l’auto della donna alla fermata dell’autobus per Catanzaro e scendere verso di lei gridando “ora mi hai rotto i coglioni, te la faccio vedere io adesso se continui a rifiutarmi, tu e tuo padre me la pagherete”, ma, questa volta, prima che potesse colpirla, due mani lo hanno placcato bloccandolo a terra ed impedendogli di fare qualsiasi movimento.
Quando l’uomo, ripresosi dalla sorpresa di essere per una volta lui vittima della forza di altri, ha visto chi era stato ad immobilizzarlo, si è accorto di trovarsi di fronte a due Carabinieri ed in un mare di guai. I militari dell’Arma infatti, dopo averlo ammanettato, lo hanno dichiarato in arresto con l’accusa di atti persecutori e portato in caserma. Nella sua macchina i militari della Benemerita hanno rinvenuto un binocolo con cui, probabilmente, controllava gli spostamenti della sua vittima da lunga distanza al fine di non essere visto e di poterla così sorprendere quando meno se lo aspettava.
Ora l’uomo, ristretto presso il carcere di Vibo Valentia in regime di isolamento, dovrà rispondere dei suoi reati all’autorità giudiziaria, mentre la sua vittima, dopo mesi di incubo e grazie all’impegno degli uomini della Stazione di Vibo Marina, potrà finalmente riavere la propria vita.