Bagaladi. Se il candidato da battere è il quorum

di Fabio Papalia

Bagaladi. Sarà una sfida “a uno” quella delle prossime elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale del piccolo paese dell’area grecanica. Con il ritiro della candidatura di Caterina Rossi, resta in pista l’unico schieramento che sostiene la candidatura a sindaco del giovane Federico Curatola, figlio del compianto sindaco Angelo Curatola, scomparso tragicamente a seguito delle ferite riportate in un incidente stradale avvenuto nemmeno un anno fa.
“Ti piace vincere facile?” potrebbe sembrare lo slogan elettorale del giovane ed unico aspirante sindaco, a una lettura superficiale. E invece non è affatto così, anzi. Il venir meno di una lista concorrente mette in campo un ben più insidioso rivale, il quorum. Se gli elettori che si recheranno alle urne non supererarnno il fatidico quorum (il 50% più uno degli aventi diritto), infatti, le elezioni saranno inficiate, e si dovrà ricominciare tutto daccapo. Nuova data per le elezioni, altri soldi spesi dallo Stato per garantire l’esercizio del voto. È utile, inoltre, analizzare l’assenza di liste concorrenti. Come e perché nasce questo “isolamento” della lista di Curatola? Bagaladi, pur con tutti i problemi che in un piccolo centro dell’entroterra dell’area grecanica non mancano, non può essere considerata un’enclave, una roccaforte della ‘ndrangheta, titolo che invece altre amene località possono vantare a buon diritto. Come mai, dunque, questa difficoltà ad esprimere quel pluralismo di offerta politica indice di democrazia? A Bagaladi, lo ribadiamo, non è a rischio la democrazia. Appare strano, quindi, che la lista Curatola venga lasciata sola a competere per la prima poltrona del Comune. L’isolamento, a voler pensar male, sembrerebbe più una lucida tattica studiata al chiuso delle segreterie politiche. Una strategia che gli appassionati della caccia hanno messo in atto per anni, ad ogni referendum. Certi di non poter vincere alla conta dei sì e dei no, ogni qual volta un referendum proponeva l’abrogazione della caccia, hanno fatto campagna elettorale per l’astensionismo. Allo stesso modo, l’assenza di competitori elettorali a Bagaladi appare più come un tentativo di “impallinare” la candidatura di Curatola con l’arma del quorum, non potendo confidare in una chiara e trasparente vittoria elettorale. Chi è assente, poi, in politica come nella vita di tutti i giorni, ha sempre torto. Ecco perché anche una competizione elettorale con un solo candidato, può diventare un modo per riaffermare i valori della democrazia.

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