Ancora nessun risarcimento, di quelli promessi ai pescatori del basso Ionio, dalla Regione Calabria all’indomani dell’annosa questione relativa alle navi dei veleni, un polverone alzato dalle dichiarazioni di un pentito di mafia, che tra conferme e smentite, amplificate dal giustificato risalto dato dai media ha portato il mercato ittico quasi al collasso. Manifestazioni di protesta davanti la sede della Giunta Regionale della Calabria, blocchi stradali, manifestazioni più o meno civili si sono susseguite per settimane fino a quando il clamore suscitato dalla notizia non si sgonfiava come spesso capita in una regione dove si fa presto a gridare al lupo ed altrettanto presto a riconsegnare l’agnello sacrificale. A poco più di venti giorni dal voto per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria i pescatori dell’area grecanica risollevano il problema ponendo stavolta l’accento sull’inosservanza degli impegni presi da parte degli amministratori regionali. Questo quanto si evince da una nota inviataci da Antonio Spinella pescatore di Bova Marina più volte promotore di comitati spontanei di protesta per la salvaguardia del mare. “A nostro avviso – si legge nella nota – stiamo vivendo una situazione figlia dell’incapacità dell’attuale classe politica. La campagna di allarmismo lanciata mesi addietro, ha avito sulla nostra economia effetti devastanti portando l’intero comparto ittico al collasso. Il mondo politico si indigna davanti alle dichiarazioni di un pentito, ma è lecito chiedersi perché solo ora, perché nessuno si sia mosso già nel lontano 1986, quando già si era a conoscenza di certi problemi e molto poteva essere fatto. Noi – prosegue la nota – che viviamo a stretto contatto con il mare, convivendo quotidianamente con disagi inimmaginabili causate spesso dalla mancanza di infrastrutture adeguate. Al pari degli operatori turistici della zona, siamo dunque indignati di fronte ad un polverone sollevato in modo indiscriminato, partorito senza alcuna indagine seria e dettagliata, e soprattutto in totale assenza di qualsiasi strategia di salvaguardia e rilancio del nostro territorio. non possiamo accettare inermi la nostra rovina causata da una disinformazione che ha diffuso notizie prive di reali riscontri, o comunque tutte da verificare e dimostrare. Allo stesso tempo – continua la nota – abbiamo condiviso l’azione della lega pesca affinché il Governo riesca a fare luce sulla questione delle navi dei veleni. L’emergenza ambientale nel nostro territorio ci coinvolgono tutti, siamo coscienti di questo, il collasso di un’economia significa allo stesso tempo un problema enorme per molte famiglie che stentano ad arrivare a fine mese. Chiediamo dunque – conclude la nota – un’informazione giusta, non allarmistica a priori, un impegno serio della classe politica regionale, attuale e nuova che andrà ad insediarsi tra qualche mese, il rispetto degli impegni assunti, e soprattutto il rispetto verso un mare e un’area spesso ingiustamente bistrattati”.
Gianfranco Marino