Agrigento. Evitato sgombero ospedale “San Giovanni di Dio” grazie alla Protezione Civile nazionale

Agrigento. La notizia della revoca definitiva dell’ordinanza di sgombero dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento è stata accolta con soddisfazione dalla Protezione Civile Nazionale che, con il suo intervento, ha limitato i disagi nell’importante polo sanitario siciliano, evitandone la chiusura. L’attività dei tecnici, a supporto dell’azione giudiziaria, ha infatti permesso ai cittadini della Provincia di Agrigento di poter continuare ad usufruire dei servizi dell’ospedale, una conferma della bontà dell’azione dello Stato quando opera in modo sinergico e con l’unico obiettivo di essere al servizio dei cittadini.
Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, era stato nominato custode giudiziario dell’Ospedale S. Giovanni di Dio, che nelle cronache del periodo era diventato l’ospedale di sabbia, il 5 agosto 2009, autorizzandolo ad effettuare gli accertamenti tecnici ritenuti necessari ai fini della predisposizione di un piano di intervento finalizzato a garantire la pubblica incolumità.
A seguito dell’incarico ricevuto gli esperti di ingegneria strutturale e sismica del Dipartimento della Protezione Civile, facenti capo al Prof Mauro Dolce, in collaborazione con il prof. Giuseppe Giambanco, dell’Università di Palermo, consulente dell’Assessorato alla Sanità della Regione Siciliana, hanno immediatamente proceduto all’esecuzione delle verifiche della sicurezza di tutte le strutture dell’ospedale, al fine di valutare se le condizioni della struttura allo stato attuale fossero compatibili con i criteri e le prescrizioni sulla sicurezza previsti nell’attuale normativa.
Le valutazioni svolte hanno seguito un percorso conoscitivo e valutativo conforme alle vigenti norme tecniche per le costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008). Si è perciò proceduto, in una prima fase, al reperimento degli elaborati progettuali e costruttivi dell’epoca della realizzazione ed all’esecuzione dei rilievi e delle indagini sperimentali sulla struttura e sui materiali strutturali, calcestruzzo e acciaio. Nella seconda fase sono state eseguite le complesse analisi di simulazione del comportamento della struttura, anche sotto il terremoto, e le verifiche di sicurezza dei singoli elementi strutturali, che hanno consentito di controllare che le sollecitazioni prodotte dai carichi di esercizio e dalle azioni sismiche risultassero compatibili con le resistenze degli elementi, tenuto conto delle caratteristiche effettive, pur se ridotte, del calcestruzzo.
Al termine di questo percorso è stato definito un quadro chiaro dello stato della sicurezza dell’opera nella sua globalità e nei suoi singoli elementi, tenendo conto dei gradi di incertezza connessi alle diverse fasi conoscitive e valutative dette. Da tale quadro sono scaturite anche importanti indicazioni sui provvedimenti da adottare necessari per superare le problematiche evidenziatesi, indirizzando la successiva fase di progettazione, oggetto della conseguente azione dell’azienda sanitaria.
In sintesi, quello che è emerso dalle verifiche svolte è che la struttura dell’Ospedale è in grado di sostenere i normali carichi di esercizio previsti dalla norma, con la necessità, però, di eseguire, in tempi sufficientemente rapidi, i lavori di bonifica del calcestruzzo delle strutture di fondazione, al fine di arrestare un processo di degrado in atto, anche dovuto all’ambiente aggressivo dei sotterranei. Analogamente una situazione di degrado è stata individuata in un locale del seminterrato di uno dei 12 edifici, dove per alcuni pilastri è stato prescritto il puntellamento e la ricostituzione del calcestruzzo degradato, operazione già in corso di esecuzione. Per quanto riguarda la resistenza alle azioni sismiche, si sono riscontrate delle insufficienze, peraltro non gravi, solamente in alcuni corpi scala, per le quali la stessa azienda sanitaria ha in corso di elaborazione il progetto di adeguamento.

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