Il programma regionale prevede, in linea con le possibilità offerte dalla legge istitutiva, l’adesione immediata al progetto di creazione della Banca per il Mezzogiorno, con una presenza forte, in linea con il ruolo che la Regione Calabria intende assumere nel nuovo soggetto. La Banca per il Mezzogiorno nasce con l’obiettivo principale di finanziare la crescita economica delle regioni meridionali e creare occupazione favorendo gli investimenti privati delle imprese meritevoli di credito e quelli pubblici in infrastrutture necessarie per lo sviluppo.
Il risparmio raccolto nel meridione, per una parte rilevante, non viene reinvestito nel sud, determinando una carenza cronica di risorse finanziarie che è una delle cause del sotto-sviluppo. Gran parte degli istituti di credito non hanno più sedi direzionali nel mezzogiorno e la lontananza con il territorio conduce inevitabilmente ad uno spostamento di risorse a favore del nord. Basti pensare, al riguardo, che solo il 71% dei capitali raccolti in Calabria vengono reinvestiti nella nostra regione (16.676 milioni di impieghi a fronte di 23.531 milioni di raccolta secondo i più recenti dati della Banca d’Italia).
Il meccanismo messo a punto dal Governo Berlusconi è semplice ed efficace. Creare una banca che fornisca i capitali da destinare a progetti di sviluppo destinati alla crescita dell’economia meridionale. La banca per il Mezzogiorno opererà in una logica privata, ed è stato chiaramente dimostrato che non sarà l’ennesimo carrozzone pubblico.
Si avvarrà in particolare di nuovi strumenti finanziari, e cioè l’emissione di prestiti obbligazionari (bond di scopo), molto efficaci perché:
– avranno una tassazione molto bassa (solo il 5% contro il 12,50% degli altri titoli finanziari); saranno assistite da garanzia dello stato, che ne assicura il rimborso del capitale. I bond potranno anche essere sottoscritti dalle Poste. Si potrà determinare di conseguenza una condizione opposta: il mezzogiorno potrebbe investire più risorse finanziarie di quante ne risparmia.
Le somme sottoscritte dovranno avere una destinazione specifica: essere finalizzate a sostenere progetti di creazione di nuove infrastrutture nel Sud o a favorire la crescita finanziaria delle imprese. Il sostegno è prioritariamente destinato a nuove imprese ubicate nelle regioni meridionali formate da giovani e da donne; tra gli obiettivi ci è anche quello di favorire la crescita dimensionale, manageriale, la ricerca e lo sviluppo, l’internazionalizzazione delle imprese. La banca opererà a favore di altre banche per fornire i capitali per sostenere tali iniziative. La banca può consentire di affrontare i problemi principali con i quali si confrontano i cittadini e le imprese meridionali e calabresi in particolare: la carenza di infrastrutture per lo sviluppo. La banca, operando in una logica di tipo privatistico, può selezionare i progetti infrastrutturali più urgenti per il territorio e più economicamente sostenibili; il costo del denaro, che è di gran lunga più alto per le imprese calabresi rispetto alla media nazionale. La banca infatti può prevedere che le somme siano impiegate a tassi più contenuti, riducendo gli extra-costi del denaro; l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese. Vi è una enorme difficoltà delle imprese calabresi di ottenere fidi a causa delle nuove regole bancarie seguite per la valutazione del merito creditizio (Basilea 2), regole che tendono inevitabilmente a premiare le grandi aziende a scapito di quelle di più piccole dimensioni; l’accesso a fondi europei (in particolare quelli FEI). La Regione Calabria non riesce ad intercettare fondi aggiuntivi per la mancanza di un soggetto finanziario in grado di presentare proposte articolate di intervento a favore dello sviluppo delle imprese (da destinare ad esempio alla costituzione di fondi di garanzia o fondi per il capitale di rischio con assunzione di partecipazioni in aziende meridionali).
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