Intimidazione in Sudamerica per il Museo della ‘ndrangheta

di Domenico Grillone
Arriva dappertutto per minacciare coloro che cercano di smitizzarla con i fatti e con la cultura: la ‘ndrangheta allunga i suoi tentacoli e intimidisce perfino il coordinatore del “Museo della ‘ndrangheta”, Claudio La Camera, che nei giorni scorsi si trovava a Montevideo, Uruguay, assieme a Marina Montuori del “Centro Peppino Impastato” di Palermo, per illustrare all’Istituto italiano di cultura nonché sede di rappresentanza consolare, le varie attività del Museo svolte con gli istituti scolastici cittadini e le varie iniziative per una maggiore coscienza civile contro il fenomeno della criminalità organizzata calabrese.
“Di queste cose non si deve parlare. Vi fermeremo”. Ben due telefonate dal significato inequivocabile arrivate da un anonimo interlocutore all’Istituto italiano di Cultura di Montevideo poche ore prima che Claudio La Camera cominciasse a leggere la sua relazione. Un’altra telefonata dello stesso tenore è giunta a Radio Italia, confermando così quanto le organizzazioni criminali del Sudamerica temano che il fenomeno ‘ndrangheta possa essere descritto e divulgato in tutte le sue articolazioni, comprese le implicazioni di carattere sociale. Le minacce però non hanno sortito l’effetto sperato, tanto che il direttore dell’Istituto, dottore Iurlaro, non ha cambiato di una virgola il programma già stabilito. Durante l’incontro è stato proiettato anche il video “Penombre” prodotto dal Museo e curato da Giusy Utano con interviste ai magistrati della Dda di Reggio Calabria (il procuratore Giuseppe Pignatone, e i sostituti Michele Prestipino e Nicola Gratteri) e con i vertici delle forze dell’ordine della città. Rispetto al fronte ‘ndrangheta in Sudamerica è stata accertata la presenza di emissari delle ‘ndrine interessati al traffico di cocaina. Notizia confermata dall’ultimo rapporto dei carabinieri di Reggio Calabria, redatto dopo l’attentato del gennaio scorso agli uffici della Procura Generale di Reggio e che si occupa della presenza delle famiglie mafiose nei cinque continenti. Da sottolineare lo slogan coniato dal Museo pochi giorni dopo l’inaugurazione ufficiale: “Il primo passo è nominarla”. Ed è proprio di questo passo che la criminalità organizzata ha più paura, tanto da minacciare la presentazione di una conferenza che aveva come scopo quello di aggiornare la comunità italiana riguardo i successi delle forze dell’ordine contro la criminalità organizzata calabrese ma soprattutto il modo per contrastarla sul piano civile e sociale. Intanto ieri le attività del Museo della ‘ndrangheta sono state presentate all’Istituto italiano di cultura di Buenos Aires, Argentina, mentre giorno 22 e 23 di marzo sarà la volta dell’Accademia di polizia e della scuola italiana bilingue di Cordoba. Di seguito una parte della relazione letta da Claudio La Camera che dà il senso di tanta inquietudine da parte della criminalità organizzata in Sudamerica, preoccupata di una presa di coscienza civile.
“La risoluzione repressiva del problema mafia costituisce di sicuro un importante contributo, ma si tratta di un palliativo se non viene sufficientemente affiancato dalla promozione culturale che deve avere come scopo l’acquisizione di una coscienza civile e la riappropriazione della libertà di pensiero. Individuare il nucleo centrale del sistema criminale oggi non è affatto semplice, visto che a causa dell’ormai consolidato sviluppo economico liberista il livello di infiltrazione nell’alta finanza e nella gestione politica ha raggiunto ormai effetti preoccupanti. L’individuazione del limite tra lecito e illecito diviene sempre più ardua e spesso le istituzioni competenti riscontrano notevoli difficoltà visto l’attuale apparato legislativo non risulta sufficiente adeguato a contrastare la mafia nei suoi nuovi contesti di sviluppo, ciò accade sia in Italia che negli altri paesi che anche culturalmente non sono pronti ad affrontare ed accettare una simile realtà. Proprio per questo risulta fondamentale diffondere a livello internazionale la conoscenza delle diverse implicazioni del fenomeno mafioso e delle sue forme di influenza nel settore economico e politico”.

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