di Manuela Foti
“Favorevoli o contrari alla mega-infrastruttura, il ponte si farà quindi meglio non farsi trovare impreparati dinnanzi agli sconvolgimenti che esso produrrà sul territorio”. L’onorevole Francesco Nucara, parlamentare reggino e segretario nazionale del Partito Repubblicano, spiega in questi termini la necessità di istituire un’Agenzia per l’Area dello Stretto in grado di governare l’impatto socio-economico dell’opera nel contesto di riferimento.
In conferenza stampa, ieri a palazzo San Giorgio, il numero uno del PRI – che il 15 marzo ha sottoposto all’attenzione dei colleghi della Camera dei Deputati la proposta di legge sulla creazione della struttura per il coordinamento e la realizzazione degli interventi connessi alla costruzione del Ponte sullo Stretto – non nasconde la difficoltà che questa iniziativa potrà incontrare nell’essere accolta in Parlamento ma “è necessario che l’opinione pubblica e la stessa deputazione calabrese maturino la consapevolezza che le due città metropolitane di Reggio e Messina per iniziare a dialogare hanno bisogno di uno strumento che renda più coese dal punto di vista sociale e infrastrutturale le due realtà. L’area metropolitana dello Stretto non si potrà realizzare, perché è necessario mettere mano alla Costituzione, ma proprio grazie all’Agenzia si potrà ragionare in termini di integrazione”.
Sotto l’alta vigilanza del Consiglio dei Ministri, la struttura oggetto della proposta di legge presentata da Nucara, che dovrebbe sorgere proprio a Reggio, ha la missione di favorire “la connessione fisica e socioeconomica del Ponte con il territorio di riferimento attraverso il coinvolgimento delle Regioni Sicilia e Calabria e altri soggetti interessati in accordi programmi e progetti che si traducano in interventi ambientali, urbanistici e di sostegno all’economia locale”.
Gli effetti del Ponte, se non si garantisce una crescita armonica “nel breve periodo potrebbero essere negativi” spiega l’onorevole Nucara che ricorda come con l’avvio dei cantieri e dei lavori sia altamente probabile un aumento dell’inflazione locale che graverebbe in particolar modo su artigiani e categorie a reddito fisso.
“Ecco quindi che accanto allo studio di impatto ambientale del Ponte è importante considerare l’uomo” conclude l’ing. Giovanni Pizzo, che ha collaborato alla struttura tecnica del provvedimento, che esorta, inoltre, all’adozione “di un Bilancio Sociale d’impatto (come quelli che in America si accompagnano alle grandi opere) perché chi redigerà lo Studio d’Impatto Ambientale dovrà tenere conto anche della componente socio-economica territoriale”.
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