E’ arrivato il momento della “prima”, per il 2010, del connubio Marvanza ReggaeSound e Gianni Cinelli, un’unione originale che l’estate scorsa ha dato vita ad unpercorso con il quale è nato un nuovo genere di spettacolo denominato “Cabareggae”: un momento artistico in cui la musica reggae si unisce al cabaret e che ha suscitato l’interesse del pubblico, al punto tale da essere richiestissimo non solo in Calabria,dov’è nato, ma in tutta Italia. Il Cabareggae, dunque, farà il suo esordio nel nuovoanno andando in scena sabato 3 aprile, all’Open Space di Isca sullo Ionio, dalle ore23.00 in poi. Un evento finora senza precedenti, durante il quale il comico lombardo veste i pannidi “Ganjaman”, lo “zio omeopata” giamaicano che ama la musica reggae e checonsidera Bob Marley il ministro mondiale della salute, colorato dal reggae deiMarvanza, pacifista e divertente, sociale e leggero allo stesso tempo, in cui il dialettocalabrese si adatta alla metrica del free-style tra tocchi di sassofono, ritmiche checullano o invitano il pubblico a scatenarsi, riscaldando le platee.Ad avvicinare questi artisti provenienti da due mondi diversi, la musica e il teatro, èstato proprio l’amore per quelle sonorità dai colori caldi e figlie dell’estro artisticoinimitabile di Bob Marley, attraverso le quali Ivan e Marco Lentini, Mafalda Gara eClaudio Chiera, il nocciolo dei Marvanza, raccontano la vita quotidiana, mescolandol’ironia tipica del loro modo d’essere alla rabbia per le ingiustizie che ogni giorno affliggono la società. Un po’ come le battute dello stesso Cinelli, che mescolano nella risata la consapevolezza di un mondo che a volte sembra girare al contrario. Unfreestyle diretto e pungente, dunque, stemperato dall’ironia originale di “Ganjaman”,che è capace di far sobbalzare chi dalle parole si sente colpito e aiuta chi, invece, ognigiorno osserva disarmato i “padroni” della nostra società a sdrammatizzare e a riderciun po’ su. Il risultato è un insieme di note e parole esplosive, semplici ma al tempostesso cariche di energia, capaci di trasmettere al pubblico di ogni età il loro appellofatto di denuncia sociale e spirito di cambiamento. Lo show si snocciola, dunque, alternando le calde sonorità di strumenti e voci agliinterventi del comico, che apre lo show facendo il “punto della situazione” a modosuo e presentando i suoi compagni di viaggio, che ogni tanto interrompe per chiarirela sua idea del mondo e per punzecchiare un po’ il pubblico, che invita costantementea prendere parte allo spettacolo e a comprendere fino in fondo “il Marvanzapensiero”. Il loro è una specie di dialogo che culmina nell’incorporazione di Cinelli nella “macchina giamaicana” dei Marvanza Reggae Sound, diventando parte del lorostrepitoso viaggio allo scopo di oltrepassare le frontiere, non ancora abbattute, dellasocietà, quelle musicali, concettuali e mentali che spesso ostacolano gli uomini alla ricerca della verità. Uno spettacolo che unisce, inoltre, due capi dell’Italia, dalla Lombardia al profondosud reggino, ricucendo un paese in cui la divisione tende ad essere dominante e in cui le differenze sociali tra settentrione e meridione appaiono incolmabili. Un modo,dunque, per ricostruire il paese, attraverso due modi di fare show che, fusi in un unicospettacolo, ci ricordano che siamo tutti figli della stessa terra e “vittime” degli stessiproblemi, risolvibili solo attraverso l’unione. In un periodo in cui si parla tanto diintegrazione con lo straniero e ci si dimentica la divisione interna al nostro stessopaese, i Marvanza Reggae Sound e Gianni Cinelli stringono un patto di solidarietàche crea un ponte tra Nord e Sud, colmando quella distanza che molti, a volte anchetra gli artisti, hanno contribuito a creare.
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