Reggio Calabria. Il dibattito che si è avviato intorno alla cocente sconfitta elettorale del centrosinistra nelle ultime consultazioni per il rinnovo del Consiglio Regionale e, più specificatamente del P.D., merita il contributo di tutti, con l’obiettivo di individuarne le cause e di recuperare un giusto rapporto con l’elettorato. Prima di entrare nel merito, credo sia necessario ricordare fatti e circostanze che hanno anticipato una sconfitta annunciata, oserei dire nei termini e nelle dimensioni con cui è avvenuta. A partire dalle difficoltà con cui la maggioranza di centrosinistra ha governato la Regione, compresi gli incidenti di percorso che hanno riempito le aule giudiziarie, anche con fatti delittuosi, per finire con le mancate promesse e le delusioni derivanti dalla mancata realizzazione di importanti progetti che avrebbero dovuto far decollare l’intero territorio.
A fronte di tutto ciò si è cercato, disperatamente, di trovare una soluzione che mettesse insieme esperienza e energie nuove, frutto di alleanze che in altre regioni d’Italia si erano già consolidate, chiedendo sacrifici personali, nell’interesse di tutti. A riguardo va ricordata la disponibilità dell’on. Peppe Bova a rinunciare alla propria candidatura, in favore di Occhiuto, qualora fosse risultato vincitore delle primarie.
Ogni tentativo è stato vano e la risposta è sempre stata uguale per tutti: non c’è accordo che tenga al di fuori della presidenza Loiero che, se come dicono alcuni è stata barattata con le deroghe per gli uscenti, non vale per quanti hanno rinunciato, come Antonio Borrello e per quanti la deroga non l’hanno mai chiesta e si sono candidati per esplicito ed unanime invito della Direzione Provinciale del P.D. come Peppe Bova. Ci tengo a rimarcare questo passaggio, non per distribuire meriti e demeriti, ma per far comprendere le difficoltà con cui si affrontava la campagna elettorale, al punto tale che, in previsione di una sconfitta certa, se volevi fare scappare un militante o un simpatizzante, bastava chiedergli se si volesse candidare.
I fatti, le circostanze, i continui rinvii, la voglia del nuovo, ha prodotto ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti e non sono bastate le trovate dell’ultimo momento, precedute da continui annunci, come la realizzazione del “Centro Cuore” frutto di stancanti attese, con la recita, sul palcoscenico dell’Azienda Ospedaliera, dell’ultima commedia che si è poi trasformata in tragedia per il centrosinistra e per i teatranti che, salvo qualche rara eccezione, sono stati impallinati dagli elettori.
Sono questi i livelli più alti di responsabilità e non quelle di Peppe Strangio o del dirigente di Circolo o del militante che, con tutte le difficoltà derivanti dagli errori commessi da chi gerarchicamente è preposto alle scelte, continuano a rimanere, insieme a pochi esponenti istituzionali, il baluardo più credibile e più affidabile nello scenario politico attuale. Il centrodestra ha aggregato e stretto alleanze utilizzando il collante dell’antiloierismo che ha mobilitato gli elettori, indirizzandoli verso un voto di protesta e di bocciatura di una gestione monocratica del potere.
Enzo Amodeo
Responsabile Circolo Pd Gallico-Sambatello