Reggio Calabria. Come il bue che dà del “cornuto” all’asino. Nel corso delle intercettazioni eseguite nell’ambito dell’operazione Konta Korion, sono state registrate delle conversazioni tra due indagati, uno dei quali, riferendosi alla cerimonia di affiliazione tenuta la sera prima a Condofuri, criticava la mancanza di serietà e di prudenza mostrata da molte delle persone che erano convenute alla cerimonia. La lamentela, in particolare, si appuntava sul fatto che solamente lui aveva lasciato a casa il telefono cellulare, mentre gli altri affiliati non solo avevano portato con sé i rispettivi telefoni ma, per di più, non avevano neanche tolto la batteria. Ciò, secondo l’indagato, era sinonimo di estrema superficialità di questi personaggi in quanto, se questi ultimi fossero stati sottoposti ad intercettazioni da parte delle Forze dell’Ordine, sarebbero emerse le attività illecite poste in essere anche dagli altri e sarebbe stato, conseguentemente, necessario rivolgersi ad avvocati e farsi carico dei relativi oneri. Esattamente come è accaduto, anche grazie a questa intercettazione.
Fabio Papalia