Operazione Konta Korion. L’arruolamento nella cosca: vietato ai militari «perché i gradi li dà solo la ‘ndrangheta»

Reggio Calabria. Che tra i requisiti di “moralità” per essere affiliati alla ‘ndrangheta non fosse previsto, ed anzi espressamente vietato, l’essere appartenente a un qualche corpo di polizia, questo è abbastanza intuitivo. Dalle operazioni “Konta Korion” e “Parola d’Onore”, condotte rispettivamente da Polizia e Carabinieri e che ieri hanno portato all’emissione di 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emergono però anche altri elementi, valutati rigidamente da chi era preposto alla speciale “commissione esaminatrice” che doveva vagliare le richieste di reclutamento dei giovani aspiranti. La locale di Condofuri, infatti, si atteneva scrupolosamente alle regole “storiche” dell’onorata società. I candidati, quindi, non dovevano mai avere indossato alcuna divisa delle Forze dell’Ordine, ivi compreso il servizio di leva eventualmente svolto all’interno delle forze di polizia. Insomma, come si dice anche all’interno della stessa Polizia, un poliziotto è per sempre. Giusto quindi, dal loro punto di vista, che nutrissero dubbi sulla lealtà criminale del candidato ex poliziotto o ex carabiniere, e lo escludessero a priori.
Analoga la regola secondo cui i candidati non dovevano essere soldati appartenenti ai Corpi Militari dello Stato (Esercito Italiano, Marina Militare Italiana, Aeronautica Militare ecc.), che successivamente al servizio di leva avessero deciso di prolungare la stessa con qualche altro anno di permanenza all’interno del Corpo Militare (i cosiddetti firmaioli).
Più singolare, invece, la spiegazione del perché questi ultimi soldati non dovevano aver ottenuto promozioni al grado superiore: perché le promozioni venivano concesse, per meriti, solo ed esclusivamente all’interno della consorteria malavitosa. Insomma, niente militari graduati «perché i gradi li dà solo la ‘ndrangheta».

Fabio Papalia

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