I Carabinieri scoprono arsenale alle porte di Roma, arrestati 3 calabresi

Roma. Un arsenale di armi e tre persone arrestate è il bilancio di un’operazione anticrimine portata a termine dai Carabinieri della Compagnia Roma Cassia alle porte della Capitale. Le armi, una mitraglietta Uzi, di fabbricazione israeliana, con matricola abrasa, un fucile a canne mozze rubato a Sutri (Viterbo) nel 1997, una pistola a tamburo e un altro fucile con matricola contraffatta, 4 chilogrammi di polvere da sparo e 480 cartucce di vario calibro, sono state trovate occultate in una baracca all’interno di un recinto dove i 3 arrestati allevano animali, adiacente all’edificio ove abitano. I tre arrestati sono cognati fra di loro avendo sposato tre sorelle. Uno solo è incensurato mentre due sono già noti alle forze dell’ordine.
In particolare uno dei due pregiudicati è stato già arresto nel 2002 per aver fatto parte della famiglia mafiosa di Gioia Tauro ed allo stato si trovava agli arresti domiciliari poiché coinvolto in un’altra vicenda di usura ed estorsione questa volta però non collegata alla criminalità organizzata.
L’operazione ha avuto inizio all’alba con la perquisizione delle abitazione dei tre arrestati. L’edificio, dove i tre abitano, è sito in Mazzano Romano (Roma) alla Via della Maglianella, in una località isolata. I Carabinieri della Compagnia Roma Cassia hanno inizialmente perquisito le abitazioni e successivamente hanno esteso le operazioni al giardino che circonda le abitazioni. E proprio perquisendo tale area che i militari hanno trovato in una baracca il fucile con matricola abrasa cal.9 perfettamente funzionante ed il fucile a canne mozze cal. 20 anch’esso in ottime condizioni. Il primo fucile è stato rinvenuto poggiato in un angolo della baracca mentre il secondo era occultato all’interno di una scatola di cartone e ben chiuso in un involucro di cellophane con del nastro isolante ed avvolto con della carta da imballaggio. Sempre all’interno della baracca sono state trovate due cassette metalliche contenenti complessivamente 480 cartucce di vario calibro. Le operazioni sono proseguite e dopo pochi istanti, all’esterno della baracca, è stata rinvenuta una cassetta metallica, occultata sotto dei contenitori di plastica, con all’interno la mitraglietta, chiusa in una busta di cellophane, i due serbatoi, e la pistola a tamburo.
I tre fermati all’atto del ritrovamento dell’arsenale non hanno battuto ciglio rimanendo sempre freddi quasi come se la cosa non li riguardasse. La non facile ricerca delle armi è stata coadiuvata da unità cinofile e da un elicottero che dall’alto ha verificato che non ci fossero ulteriori recenti movimenti di terra che potessero lasciar presagire altri nascondigli. Le indagini continueranno anche con gli accertamenti tecnico-scientifici tesi ad appurare se le armi rinvenute siano state mai utilizzate in fatti di sangue nell’ambito di qualche faida. Il fatto che le armi siano state trovate occultate ma non interrate lascia immaginare che le stesse erano lì messe proprio per essere utilizzate in caso di immediata necessità. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi nei prossimi giorni.

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