Minoranze linguistiche. In attesa di risposte dal Governo, sportelli linguistici ancora al palo

Reggio Calabria. Un genocidio grecanico incompiuto. È questo il titolo di un’opera di qualche anno addietro, un triste spaccato di storia calabrese e reggina in particolare che vuole, in nome di un’omologazione incalzante, cancellare un idioma, quello calabro greco e una cultura, quella dei Greci di Calabria che resiste ormai esclusivamente nei piccoli centri che fanno da corona alla fiumara Amendolea, ed in alcune aree di Reggio Città dove esiste forte la presenza di parlanti trasferitisi nei decenni scorsi pervie delle continue alluvioni. Pochissime centinaia i parlanti la lingua, poche migliaia invece le unità che conservano nel vivere quotidiano le caratteristiche peculiari, figlie di un retaggio magno greco unico nel suo genere. A tutela di queste minoranze e invero di tutte le minoranze italiche giunge nel 1999 la legge 482. A seguire prende il via un’opera di rialfabetizzazione a cura delle associazioni ellenofone e dell’Ente provincia che vede protagonisti numerosi ragazzi riappropriatisi della lingua. Dopo anni di speranza e di lavoro la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento degli Affari Generali – Servizio per le politiche delle minoranze, ha ridotto a 165 mila euro i fondi destinati al funzionamento degli Sportelli linguistici grecanici avviati dalla Provincia di Reggio Calabria, a fronte dei 460 mila euro inizialmente previsti. Un colpo di cesoia che mette a repentaglio l’avvio della sesta annualità del progetto, che vede attualmente impegnati 15 giovani ellenofoni, che dovrebbero arrivare a 18 nell’annualità duemiladieci. Ad intervenire in merito alla questione facendosi sentire tra gli scranni di Palazzo Foti in occasione dell’ultima seduta del consiglio provinciale è stato il consigliere provinciale del Prc – Federazione della Sinistra Omar Minniti. L’intervento di Minniti ha riproposto in tutta la sua drammaticità l’incapacità programmatica di chi dovrebbe garantire il prosieguo delle attività ai giovani impegnati nei progetti e di conseguenza la prosecuzione di un lavoro che mira ad un recupero complessivo del patrimonio linguistico e culturale greco-calabro. “Chiudere definitivamente gli sportelli provinciali – spiega Minniti – sarebbe il colpo di grazia nei confronti di una lingua parlata ormai da poche centinaia di persone, sarebbe un ulteriore impoverimento per tutto il territorio reggino, che si vedrebbe così privato di un pezzo importante della propria storia. Un’ipotesi da scongiurare – prosegue Minniti – magari tramite una prova d’orgoglio da parte dei deputati e senatori reggini e calabresi, di ogni schieramento politico, che imponga al Governo di fare dietrofront e riconoscere alla Provincia, ai Comuni dell’Area Grecanica ed le associazioni gli strumenti economici necessari per tenere in vita questa seppur tenue fiammella della diversità ellenofona”.

Gianfranco Marino

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