Messina. Operazione Ulisse 2: arrestate due persone in operazione antimafia

Messina. Nelle prime ore di oggi, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito a Barcellona Pozzo di Gotto un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 2 soggetti, ritenuti appartenere alla criminalità organizzata barcellonese, accusati a vario titolo dei reati di estorsione aggravata con l’aggravante del metodo mafioso.
L’operazione è iniziata alle ore 04.00 circa, quando i Carabinieri sono intervenuti nelle abitazioni degli arrestati, sorprendendoli nel sonno per prevenire tentativi di fuga. Gli arrestati sono Stefano Lino Coppolino, 29enne di Barcellona Pozzo Gotto e Pietro Bertino, 24enne di Milazzo. Le indagini che hanno seguito l’omicidio di Carmelo Mazza, sorpreso in un agguato mafioso il 27 marzo 2009 in contrada Olivarella di Milazzo, avevano già portato in data 5 maggio 2009 all’esecuzione di cinque fermi nei confronti di altrettanti soggetti tra cui sempre Stefano Lino Coppolino, rimasto in carcere fino al 23 dicembre dello scorso anno. Le indagini, tuttavia, non sono mai cessate e sono ancora in corso, non solo per risalire agli autori dell’omicidio ma anche alle estorsioni che il gruppo di Carmelo Mazza e Stefano Coppolino avrebbe posto in essere sia prima che dopo il grave fatto.
Articolate indagini anche di tipo tecnico hanno portato ad accertare che Carmelo Mazza, unitamente a Stefano Lino Coppolino, Pietro Bertino ed altri soggetti per i quali proseguono gli accertamenti dei Carabinieri, hanno negli anni creato una vera e propria rete di estorsioni nella fascia tirrenica. Il gruppo, infatti, ritenuto dalla “strada” estremamente pericoloso, approfittando di atti intimidatori particolarmente gravi, verosimilmente riconducibili agli stessi, come l’esplosione di colpi di pistola all’indirizzo di un esercizio pubblico o l’incendio di un’autovettura alcune settimane or sono, ha di fatto imposto una sorta di “protezione”, tipicamente caratteristica di metodologie mafiose e costretto le vittime a subire la presenza parassitaria degli estorsori.
L’uccisione di Mazza, con la possibile variazione degli equilibri criminali, ha certamente allentato tale soggezione, ulteriormente fermata grazie alla efficace operazione di Polizia Giudiziaria “Ulisse” del 5 maggio 2009. La condotta di Stefano Coppolino, prima direttamente ed unitamente a Angelo Caliri, ancora detenuto, e poi per il tramite di Pietro Bertino, una volta tornato in libertà, era chiaramente diretta a ripristinare l’originario stato di assoggettamento, dopo aver avuto alcune “garanzie”. I nuovi tentativi posti nei confronti di alcuni commercianti sia di Milazzo che di Patti, stanno a significare proprio questa volontà di ricreare il dominio criminale sulle vittime.
Lo spessore criminale di Stefano Lino Coppolino, secondo gli investigatori, è evidente e desumibile sia dalla rapidità con cui è tornato a delinquere una volta tornato in libertà, sia in relazione al viaggio dallo stesso realizzato, subito dopo l’omicidio del Mazza, allo scopo di contattare un personaggio definito dallo stesso Gip che ha firmato l’ordinanza “soggetto dalla rilevante caratura mafiosa”.

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