Alia. I Carabinieri fermano 38enne per rapina

Alia (Palermo). Sono le due del pomeriggio di un assolato giorno di festa nell’entroterra siciliano. Le strade del paese sono deserte e Antonino, dopo aver trascorso un’oretta al bar con alcuni amici, sta rientrando a casa. Sembra una giornata come tante altre. Giunto davanti all’uscio della propria abitazione, nota che è socchiuso. E’ convinto di averlo serrato con doppia mandata prima di uscire a fare due passi in centro. “I soliti ladruncoli!”, pensa tra sé e sé mentre varca la soglia. Una prima fugace occhiata all’interno conferma il suo dubbio. La casa è a soqquadro ma, pochi istanti dopo si materializza il peggiore degli incubi. Un giovane lo affronta afferrandogli con mani possenti la testa, lo scaraventa a terra; gli strappa i radi capelli mentre gli sbatte il viso sul pavimento. Poi, con inspiegabile inaudita ferocia, lo colpisce – senza un attimo di tregua – con pugni e calci; afferrato uno dei bastoni da passeggio, continua ad infierire sull’uomo sdraiato a terra finché il pensionato – questa probabilmente la sua più grande fortuna – sviene mentre il malvivente si dà alla fuga dopo aver recuperato il suo bottino, il portafoglio della vittima con i 1000 euro della pensione da poco ritirata.
Quando riprende i sensi è passato parecchio tempo, un’ora, forse due. Antonino trova la forza di rialzarsi, ripulirsi alla meglio, chiudere casa e trascinarsi al Comando dei Carabinieri che si trova a poche centinaia di metri. Qui chiede aiuto al maresciallo e ai militari, ai quali, in evidente stato confusionale, riesce a biascicare solo poche, incomprensibili parole. I Carabinieri allertano dunque il 118 e il poveretto viene trasferito al “Civico” di Palermo per gli accertamenti del caso. Ad Alia inizia da subito la caccia all’uomo; dopo i recenti danneggiamenti e i piccoli, a volte insignificanti, furti nelle abitazioni del centro e della prima periferia, un atto di simile brutalità nei confronti di una persona inerme e inoffensiva brucia davvero troppo. Nulla viene lasciato al caso mentre i controlli si fanno via via più serrati.
Poi la svolta quando, la sera del 2 maggio, a ventiquattro ore dall’aggressione, il cerchio si restringe sempre più sino all’individuazione – grazie anche al lodevole senso civico di alcuni cittadini che lo hanno additato come l’aggressore del giorno della Festa del Lavoro – di M.V., un aliese di trentotto anni già noto alle Forze dell’ordine per furto, danneggiamento e violenza privata; lo stesso che nel 2004, ubriaco durante la festa paesana, era stato arrestato per aver aggredito il Comandante della locale Stazione dei Carabinieri. Per lui, nessun alibi concreto se non una “pennichella” pomeridiana sul divano di casa mentre la famiglia arrostiva carne nel giardino dei vicini.
Il Sostituto Procuratore di turno presso la Procura di Termini Imerese, convinto dalla bontà della ricostruzione operata dai militari, ha disposto il fermo di indiziato di delitto per i reati di rapina e lesioni personali per M.V., per il quale si sono aperte stamane le porte del carcere di Termini Imerese dove rimarrà a disposizione del Magistrato inquirente sino a che non verrà fatta piena luce sulla triste vicenda. Al rapinato, alleggerito della pensione che gli avrebbe consentito di campare sino al prossimo mese, rimangono fortunatamente – dopo un primo momento di paura – molti lividi e sicuramente un brutto ricordo che difficilmente svanirà.

 

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