Reggio Calabria. Quello che si concluderà tra pochi giorni è il primo dei tre anni di “riordino” del sistema di istruzione pubblico voluto dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che porterà al taglio di 13 mila posti di lavoro (Docenti e ATA) e di 8 miliardi di euro nella scuola pubblica. La scuola primaria, con l’introduzione del “maestro unico prevalente”, ha pagato il prezzo più alto: tagli, classi in meno, disagi e carenze.
Alla scuola media i singoli direttori scolastici regionali, quest’anno, sono riusciti a stipare 18 mila ragazzini in più risparmiando addirittura 220 classi, nel mentre sono diminuite anche le classi a tempo prolungato: meno 1.675 classi in tutto. Al superiore, dove sono sparite più di 10 mila cattedre, gli studenti sono più grandi ed è possibile anche farli uscire in anticipo se viene a mancare il docente delle ultime ore.
Altra nota dolente riguarda il sostegno. Quest’anno, frequentano le classi italiane 5.399 portatori di handicap in più ma i docenti specializzati sono diminuiti di 422 unità. Risultato: meno ore di sostegno per tutti e alunni disabili lasciati per parecchie ore al proprio destino o inviati nei corridoi con i bidelli, che sono 10 mila in meno dello scorso anno.
E il prossimo anno? Le prospettive sono nere: altri 40 mila posti in meno, classi che possono arrivare a 30 alunni e riforma della scuola superiore che taglierà ore di lezione e materie di insegnamento.
In Calabria la riduzione complessiva degli organici sarà di 1.522 posti, ma nei prossimi giorni il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e il ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini firmeranno un protocollo d’intesa che costerà alle già povere casse calabresi ben sette milioni di euro per “impegnare” il personale (docente e ata) che risulta precario: puro assistenzialismo alle tante professionalità della scuola calabrese.
A proposito, cosa diranno gli amici leghisti del presidente Scopelliti? Forse, dopo l’abilitazione alla professione forense ottenuta a Reggio, dalla Calabria ancora una volta, si vuole aiutare il ministro dell’Istruzione che di recente in un incontro pubblico a fianco del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, ha dichiarato: “Nel 2011 potrebbero essere introdotte nella scuola le graduatorie regionali degli insegnanti visto che entro quella data il governo è intenzionato a varare un ddl per la riforma del reclutamento e della valutazione del corpo docente”.
Il tutto in linea con la Lega Nord che ha presentato una proposta di legge per modificare la normativa nazionale e istituire graduatorie regionali per il reclutamento del personale della scuola pubblica. Ancora una volta la Lega passa all’incasso dell’ennesima cambiale in scadenza e il ministro dell’istruzione ubbidisce.
Ormai è chiaro che è la scuola una delle nuove frontiere della “rivoluzione” leghista.
Il governo Berlusconi, grazie anche alla condiscendenza di presidenti di regioni meridionali come Scopelliti che non sanno difendere il proprio territorio, sta facendo letteralmente a pezzi la scuola italiana e continua ad inchinarsi ai diktat leghisti che stanno facendo a pezzi l’Italia.
Circolo PD “Italo Falcomatà” RC
Il Segretario
Mimmo Penna