Treni soppressi. Slega: “Lotta importante contro le improvvide decisioni del Governo”

Reggio Calabria. Slega la Calabria considera lo sciopero dei ferrovieri della regione Calabria, indetto da tutte le sigle sindacali del settore dei trasporti, una lotta importante per i lavoratori, in particolare per i cittadini calabresi che stanno assistendo ad un progressivo taglio dei treni a lunga percorrenza con la motivazione di una paventata bassa redditività finanziaria. Questa improvvida decisione trova spazio nel rinnovo del Contratto di Servizio stipulato fra il Governo centrale e la Divisione passeggeri di Trenitalia. Lo Stato centrale deve, invece, tenere conto della perifericità geografica della Calabria e della Sicilia e del rispetto del diritto alla mobilità – diritto costituzionale – che dovrà essere esigibile da parte dei cittadini, sia per le relazioni economiche e di lavoro, sia per le relazioni familiari con i parenti che da molti anni sono emigrati e risiedono nelle città del nord. Invece, le scelte del Governo Berlusconi e quindi sia di Trenitalia sia di RFI, portano all’abbandono del sistema ferroviario e dei servizi nel Mezzogiorno, in particolare della Calabria. Ormai, da anni non si investe per velocizzare le infrastrutture ferroviarie, i treni diminuiscono di anno in anno, le attività di manutenzione e le attività collegate al servizio della circolazione treni vengono drasticamente ridotte e non per effetto delle nuove tecnologie, ma esclusivamente per i tagli. Mentre tra il NORD e il Centro Italia si accorciano le distanze per effetto del consistente aumento delle velocità e si viaggia su treni puliti e confortevoli, fra la Calabria e il resto del Paese aumentano i tempi di percorrenza e si viaggia su treni poco confortevoli e spesso sporchi. Le scelte per il traffico merci sono ancora peggiori di quelle per i sevizi viaggiatori, giacche è cancellata ogni prospettiva. Addirittura alla cancellazione di questa tipologia di traffico in Calabria si accompagna la perdita di ogni speranza per l’integrazione dei vettori marittimo-ferroviari nel porto di Gioia Tauro. In questo contesto di scelte nettamente negative i ferrovieri calabresi vivono un processo depressivo privo di regole e di gratificazioni, dove la meritocrazia e l’impegno diventano corpi estranei e vengono mortificati giorno dopo giorno, tant’è che i lavoratori con i requisiti minimi per la pensione non trovano di meglio che scappare. Lo sciopero di giovedì 13 maggio 2010 rappresenta una pur minima opportunità per reagire e chiedere al Governo e alle ferrovie una reale inversione di tendenza. Per rivendicar:e non solo il ripristino dei treni soppressi, ma anche nuovi collegamenti con le città e le aree del Paese con cui hanno relazioni economiche e sociali i cittadini della Calabria e l’area dello stretto che conta circa un milione di abitanti. Anche per le infrastrutture ferroviarie che occorre realizzare ai fini della velocizzazione della rete ferroviaria calabrese, in particolare della tratta Salerno – Reggio Calabria, non è solo una questione di risorse finanziarie, ma soprattutto di volontà politica giacche la spesa per gli interventi infrastrutturali di trasporto nel 2007 – 2013 è pari a 985 milioni di euro di cui circa 479 a valere sul Programma Operativo Regionale e 583 sui Fondi per le Aree Sottoutilizzate. I Fondi Fas, però, devono ancora essere deliberati dal CIPE e il Governo resiste facendo supporre che siano in gran parte destinati agli interventi previsti nel Nord del Paese. Altro che la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina che è un’opera del tutto inutile, soprattutto in assenza di servizi di trasporto ed un miraggio peraltro dannoso dal punto di vista ambientale. Ciò che, invece, è urgente realizzare, sono gli interventi sulla linea ferrata Napoli- Battipaglia- Paola-Reggio Calabria, su quella ionica Sibari-Crotone-Locri-Mileto per l’elettrificazione e velocizzazione, così come è necessario completare le trasversali Paola – Cosenza – Sibari e Lamezia – Catanzaro. Inoltre, fondamentali diventano i collegamenti ferroviari con l’aeroporto di Lamezia, di Reggio Calabria e il miglioramento del raccordo con il porto di Gioia Tauro. Il Governo e i vertici delle ferrovie devono scegliere se, con i soldi dei contribuenti, si deciderà di puntare all’incremento del trasporto gommato anche per le lunghe percorrenze con le gravi conseguenze sui costi delle merci, sull’inquinamento e sulla sicurezza del trasporto, oppure si riterrà di privilegiare l’integrazione fra i diversi vettori e ridurre i costi e i tempi di percorrenza delle merci in Calabria e nel Paese. La Regione Calabria deve invece dare attuazione a quanto programmato per incrementare il trasporto ferroviario locale per favorire la mobilità delle persone all’interno del territorio regionale, soprattutto fra le città capoluogo. Una mobilità che oggi avviene in maniera smisurata e quasi esclusivamente con mezzi privati i cui costi si riflettono consistentemente sui bilanci delle famiglie, determinando anche rilevanti costi sociali. Slega la Calabria è per lo sviluppo del Trasporto Pubblico sia per la lunga percorrenza che a livello regionale. L’incremento dei servizi di trasporto deve portare ad un aumento dei livelli occupazionali sia nell’esercizio e nella gestione, sia nel settore della manutenzione.

Il coordinamento regionale di Slega la Calabria

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