Uccide la moglie e simula incidente. Ulteriori particolari dell’arresto

di Fabio Papalia
Reggio Calabria. “Tamponato da un pirata della strada”. È questa la versione che Giovanni Antonio Iaria, il capo operaio Afor di 48 anni arrestato per uxoricidio, ha fornito alla polizia nelle prime ore di sabato notte per spiegare la dinamica dell’incidente stradale in seguito al quale avrebbe perso la vita sua moglie, Francesca Gattuso, insegnante di sostegno di 38 anni. Una versione che non ha convinto i poliziotti, che alla fine di una nottata di indagini, come anticipato ieri da Newz.it, hanno dichiarato l’uomo in arresto per omicidio volontario aggravato. I dettagli dell’operazione di polizia giudiziaria sono stati illustrati questa mattina nella sala Calipari della Questura dal dirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, da cui dipende la Squadra Volante, il vice questore aggiunto Gerlando Costa, e dal commissario capo Francesco Stampacchia, che in qualità di funzionario di turno della Squadra Mobile ha diretto sul luogo le indagini, con il coordinamento del capo della Mobile Renato Cortese e del suo vice Diego Trotta.
Si è trattato infatti di una vicenda che ha visto operare Volanti e Squadra Mobile gomito a gomito, con il prezioso e insostituibile aiuto del Gabinetto regionale di Polizia Scientifica, i cui rilievi hanno dato concretezza ai dubbi dei poliziotti consentendo di acquisire i necessari elementi indiziari e probatori a carico del presunto marito-assassino.
Secondo i piani del marito, stando alla tesi dell’accusa, tutto doveva filare liscio archiviando l’ennesimo incidente mortale sulla stradina impervia della zona collinare di Aretina, che collega l’abitato di Santa Venere ad Arcoleo. E’ stato lui stesso a lanciare l’allarme, con una telefonata al 112, il numero d’emergenza dei Carabinieri, segnalando che la propria autovettura era finita in un dirupo a causa di un pirata della strada che lo aveva violentemente tamponato, l’auto si era incendiata nella caduta carbonizzando il corpo della moglie, lui si era salvato perché era stato sbalzato fuori dal finestrino. La segnalazione, avvenuta in un luogo che secondo il piano coordinato di controllo del territorio ricadeva quella sera nella zona di compentenza della Polizia di Stato, è stata quindi subito “girata” al 113, che prontamente ha inviato una pattuglia della Squadra Volante.
I due agenti a bordo della Pantera hanno dimostrato grande professionalità, accorgendosi subito che qualcosa non quadrava. Gli agenti delle Volanti, infatti, hanno notato alcune tracce di sangue a terra, nonché un orologio da donna sporco di sangue, nonché altre tracce che li hanno portati a ritenere che in quel luogo vi fosse stata una violenta colluttazione. Insospettiti, i due bravissimi agenti hanno notato ancora un’altra incongruenza, poco distante infatti hanno visto evidenti segni di annerimento dell’asfalto, tipico di un incendio, un particolare però incompatibile con un incidente che avrebbe fatto precipitare subito l’autovettura nel burrone.
E’ stato quindi grazie ai due agenti delle Volanti che è stata subito allertata la Squadra Mobile, che è giunta sul posto con il pm Francesco Tripodi e con gli specialisti della Scientifica. Questi ultimi hanno eseguito certosini accertamenti tecnici, ripetuti ieri mattina alla luce del giorno. Inoltre, dal racconto di alcuni testimoni che avevano aiutato l’uomo sono emerse ulteriori incongruenze, che si sono andate a sommare a quanto già emerso dall’analisi delle ferite superficiali che presentava Iaria, ustioni alle mani e al petto ed escoriazioni in altre parti del corpo, effettuate dal medico della Polizia, e ritenute compatibili presumibilmente con una azione difensiva da parte della donna. L’uomo pertanto è stato posto agli arresti ospedalieri ai Riuniti, dove è attualmente piantonato. Quanto ai due testimoni, si tratta di un parente e un amico dell’uomo, che sono attualmente indagati per l’ipotesi di favoreggiamento. Nulla ancora trapela sul possibile movente dell’omicida, che questa mattina sottoposto a interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Giovanni Iaria e Francesca Gattuso avevano una figlia di 13 anni, affidata adesso alle cure dei parenti.

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