Palermo. Cimino: «Sicilia ha precorso la manovra finanziaria di Tremonti»

Palermo. “Affermava il padre del famoso 740, il ministro Bruno Visentin, che per risolvere i problemi economici dell’Italia ‘è più facile colpire i 4/5 dei cittadini a reddito fisso, anziché il quinto che evade’. Ma eravamo negli anni ’70 – ha proseguito Cimino – per cui ancora non si intravedeva quella crisi globale che in questo periodo sta toccando pesantemente tutte le nazioni. Nessuno può dimenticare che la Sicilia sinora ha avuto fatte solo promesse ancora non onorate dallo Stato per cui se non si vuole trovare di fronte a conseguenze inimmaginabili e non governabili è necessario che si trovi un accordo reale e non si parli dell’applicazione del federalismo quando non ci sono o si tolgono le condizioni per tentare di attuarlo”.
“Inoltre non condivido – ha affermato – l’ulteriore taglio che lo Stato fa sugli enti locali. E’ estremamente facile trasferire competenze, ma con esse sono necessarie anche le somme per farvi fronte. In caso contrario gli enti locali sono costretti ad aumentare le imposte facendo gravare sui propri cittadini i maggiori oneri derivanti da tali scelte. Ciò in realtà significa di fatto mettere le mani nelle tasche degli italiani, soprattutto degli italiani del Mezzogiorno che vivono in maggioranza con un reddito fisso”.

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