Palermo. Già da alcuni mesi la dirigenza dell’Ast (Azienda Siciliana Trasporti) aveva denunciato ai Carabinieri sospetti ammanchi di carburante, per un ammontare pari a migliaia di litri, con un conseguente e consistente danno economico al servizio della autolinee della provincia di Palermo.
Al fine di contrastare il preoccupante fenomeno e di fornire una risposta concreta, i Carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno attivato particolari servizi di appiattimento, svolti presso i depositi dei mezzi dell’azienda, soprattutto nelle ore serali e notturne, al fine di cogliere sul fatto gli ignoti ladri. Nonostante i servizi si fossero protratti ininterrottamente per più di un mese, non si era riusciti in alcun modo a risalire agli autori e fatto ancora più strano e sospetto era però che il carburante continuava a sparire misteriosamente.
I militari, insospettiti, hanno cominciato così a concentrare l’attenzione sugli autisti, temendo che in qualche modo, una “talpa” all’interno dell’azienda consentisse l’effettuazione dei ripetuti furti, eludendo nello stesso tempo tutti i servizi e i sistemi di controllo attivati.
Tuttavia, gli investigatori hanno notato che solo alcuni autobus erano oggetto delle attenzioni dei ladri, vale a dire quelli impegnati nella tratta Palermo-Ventimiglia di Sicilia-Ciminna-Baucina-Palermo. Atteso quanto appurato, sono stati predisposti ulteriori servizi, svolti da Carabinieri in borghese, che seguivano gli autobus, senza dare nell’occhio, al fine di chiarire una volta per tutte la situazione.
Solo dopo alcuni giorni, dall’inizio dello svolgimento dei servizi, i Carabinieri della Stazione di Baucina hanno arrestato a Palermo, nel quartiere Brancaccio, N.M., nato a Palermo, 58 anni, autista dell’Ast e suo figlio M.M., nato a Palermo, 30 anni, con l’accusa di furto aggravato in concorso e peculato.
I militari hanno notato che l’autobus che stavano seguendo, proveniente da Baucina, una volta privo di passeggeri, aveva deviato ingiustificatamente dall’itinerario, per andare e fermarsi in una zona defilata del quartiere Brancaccio: qui giunto, l’autista N.M. è sceso dal mezzo e ha preso dal vano dei bagagli alcune grosse taniche. Poco dopo è stato raggiunto da un’altra persona, poi identificata come suo figlio. I due hanno portato le taniche e uno strano oggetto all’interno del pullman e hanno chiuso le porte e abbassato tutte le tendine per poter agire senza essere notati o disturbati. Dopo alcuni minuti, i Carabinieri, nel frattempo coadiuvati da altro personale giunto in supporto, hanno sorpreso i due mentre erano intenti ad asportare carburante, per un totale di 200 litri, come poi si scoprirà, mediante una pompa elettrica di costruzione artigianale, da un bocchettone collocato all’interno del bus, sotto il tappeto che riveste il corridoio tra i posti a sedere, che consente un accesso diretto e lontano da “occhi indiscreti” al serbatoio.
I Carabinieri, oltre a notare che i due avevano anche acceso l’aria condizionata del bus, al fine di procedere al furto con tutti i comfort, si sono accorti che N.M. stava manomettendo il contachilometri, al fine di aumentare il chilometraggio del veicolo, per giustificare, con un presunto e fittizio consumo, l’ammanco di gasolio. Non si esclude che l’autista adottasse un’altra tecnica, al fine di sottrarre indisturbato il carburante senza che l’azienda se ne accorgesse, vale a dire scendere dalle indicate località di montagna senza la marcia inserita, “in folle”, al fine di ridurre il normale consumo per preservarsi l’eventuale eccedenza di gasolio. Si è proceduto, infine, a una perquisizione domiciliare presso l’abitazione dell’uomo, sita nei pressi e raggiungibile a piedi, dove, verosimilmente era custodito il carburante oggetto di furto, che poi sarebbe stato venduto a terzi.
Sono in corso ulteriori indagini, finalizzate a chiarire se i due agissero da soli, in una sorta di impresa familiare del crimine o spalleggiati da altri complici, nonché il reale ed effettivo ammontare del carburante sottratto. L’Autorità Giudiziaria di Palermo, pm di turno presso la Procura della Repubblica di Palermo Maurizio Agnello, ha disposto la custodia degli arrestati presso le camere di sicurezza della Compagnia di Bagheria per essere poi sottoposti al rito direttissimo.