Palermo. Terapia del dolore, Russo: “La Sicilia sta crescendo”

Palermo. “Il controllo del dolore e la disponibilità di cure palliative adeguate rappresentano uno degli obiettivi prioritari della Sicilia. Abbiamo elaborato una programmazione per l’assistenza ai malati in fase terminale con l’organizzazione della “rete regionale per le cure palliative e la terapia del dolore”. La legge nazionale, approvata recentemente, è una porta aperta alla speranza di tanti pazienti che vedono la possibilità concreta di uscire fuori dal tunnel del dolore che rappresenta una vera e propria “malattia nella malattia”. Lo ha sottolineato l’assessore per la Salute della Regione siciliana, Massimo Russo, alla vigilia della “Giornata nazionale del sollievo”, manifestazione in programma per domenica 30 maggio, promossa dal ministero della Salute per informare e sensibilizzare gli operatori sanitari ed i cittadini sulla cultura del sollievo e della sofferenza fisica e morale dei malati più gravi che non possono più giovarsi di cure mirate alla guarigione.
In Sicilia oltre 12.000 persone ogni anno affrontano la fase terminale di una malattia neoplastica ed altre 13.000 per malattie da cause diverse. La maggior parte di esse necessita di piani personalizzati di cura ed assistenza in grado di garantire la migliore qualità di vita durante gli ultimi mesi. “La Sicilia – ha proseguito l’assessore Russo – è ancora indietro rispetto ad altre regioni ma per colmare il divario l’assessorato sta investendo risorse umane ed economiche per la creazione degli “hospice” e per lo sviluppo delle cure domiciliari. Gli ultimi numeri sono già confortanti: ci sono otto “hospice” funzionanti, altri sette sono in fase di realizzazione, nella quasi totalità delle province dell’isola si effettuano trattamenti domiciliari palliativi che le Asp avranno cura di implementare ulteriormente. Nei prossimi mesi investiremo ancora per sviluppare la cultura del sollievo perché sono convinto che uno degli obiettivi di un sistema sanitario efficiente deve essere quello di garantire la qualità della vita ma anche la qualità della morte. Mi auguro che anche l’opinione pubblica possa appropriarsi quanto prima di questa cultura e che ci si abitui a parlare comunemente di questi problemi”.

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