Palermo. Si guadagnavano la fiducia degli “internauti” che frequentano il noto portale di aste on line “Ebay” con un sofisticato disegno criminoso, restituendo inizialmente il denaro ricevuto: poi, quando ormai la loro correttezza e le loro buone intenzioni non potevano essere messe in discussione, mettevano a segno “il colpo”.
T.R. e Z.C., appena ventenne il primo e quarantenne il secondo, ma già con precedenti penali proprio per truffa, si erano inventati un sistema semplice ma efficace per derubare gli incauti navigatori che attraverso internet pensavano di acquistare ad un prezzo vantaggioso l’ultimo ritrovato della tecnologia nel campo della telefonia mobile.
Mettevano in vendita oggetti sul noto sito di aste on-line “Ebay” e, una volta venduto l’oggetto al migliore offerente, quasi sempre un telefono cellulare, il venditore chiedeva ed otteneva il pagamento attraverso un circuito sicuro e garantito dallo stesso portale: “Paypal”.
Questo sistema di pagamento, infatti, in caso sorgano contestazioni sulla transazione, permette di recuperare le somme erogate garantendo così l’acquirente. Per scongiurare tale eventualità i truffatori, dopo aver ricevuto il pagamento asserivano di avere un generico problema proprio con Paypal, restituendo la somma ottenuta: subito dopo, però, proponevano di concludere la transazione effettuando il pagamento attraverso ricariche sulle ormai diffusissime carte di credito prepagate.
L’escamotage, oltre a dare maggiori garanzie di impunità ai truffatori, serviva anche da ulteriore esca per gli acquirenti: gli stessi truffati, infatti, hanno dichiarato alle Fiamme Gialle di essere caduti nella trappola anche perché la restituzione dell’intera somma aveva dato loro fiducia nel venditore che, se avesse avuto cattive intenzioni, sarebbe potuto scomparire con il maltolto sin dall’inizio.
Non contenti, i truffatori, per guadagnare un ulteriore margine di tempo e concludere altre truffe, prima di uscire di scena, promettevano la spedizione entro 24 ore, promessa a volte supportata anche dall’invio di un codice di tracciamento della spedizione totalmente falso: dopo ciò i truffatori diventavano irreperibili.
Grazie ad una denuncia sporta ai finanzieri della Compagnia di Partinico, sono state avviate complesse indagini, anche di natura telematica che, risalendo fino in Lussemburgo, ove hanno sede i server della società “EBAY Europe SCARL”, hanno permesso di rintracciare le connessioni ad internet utilizzate dai truffatori e quindi l’identità degli stessi.
Grazie a tale moderna tecnica investigativa è stato possibile risalire ai responsabili di una articolata truffa che, altrimenti, avrebbe continuato ad operare impunemente sulla rete avvalendosi di numerosi “nickname” e generalità di fantasia e assolutamente false.