Reggio Calabria. Saranno soltanto quattro le province tagliate in base all’ultima proposta avanzata dal Governo. La montagna, a quanto pare, è intenzionata a partorire il topolino. Lo dichiara l’on. Aurelio Misiti, portavoce nazionale del Movimento per le Autonomie. Con la prima formulazione contenuta nella manovra economica – evidenzia Misiti – ci sarebbe stato il taglio di una ventina di province. Era l’inizio di un progetto ben più ampio destinato a prevedere l’abolizione di tutte le province italiane, per giungere a un più articolato processo di accorpamento dei comuni più piccoli, per i quali bisognerebbe comunque favorire almeno la gestione consortile dei principali servizi. Le proteste delle province economicamente più forti, tutte posizionate al Nord e supportate dalla Lega, ha indotto il ministro Tremonti a più miti consigli. I vincoli inseriti dal titolare dell’Economia hanno prodotto un progressivo assottigliamento dell’elenco sino a fermarsi ad appena quattro amministrazioni, due delle quali nella sola Calabria, destinate a scomparire. Così ridotta – sottolinea Misiti – non si può neppure più parlare di una operazione di immagine per il Governo. Probabilmente infatti le risorse necessarie per gestire la riorganizzazione degli uffici centrali e periferici dei quattro territori interessati potrebbero essere superiori al risparmio ottenuto. Per non parlare dei costi in termini di disagi per i cittadini e gli amministratori locali. MPA propone al Governo non solo di tornare alla formulazione originaria del testo, che prevedeva un taglio consistente di province, distribuite su tutto il territorio nazionale, ma anche di inserire nella manovra la soppressione delle province in cui ricadono le istituende città metropolitane, tutte di grandi o medie dimensioni. Si otterrebbe così – conclude Misiti – non solo un forte risparmio della spesa ma anche l’avvio di una più complessiva operazione di semplificazione amministrativa, sulla scia di quanto previsto dalla riforma federalista approvata dal Parlamento.
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