Catania. Nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Mobile, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 4 giugno scorso dal Gip del Tribunale di Catania Alfredo Gari, ha tratto in arresto i coniugi: S.R., di 30 anni, e S.M., di 35 anni, entrambi catanesi, perché gravemente indiziati, in concorso con altri, di rapina consumata ai danni di una anziana donna l’1 febbraio scorso.
La mattina dell’1 febbraio scorso, il Commissariato di Nesima diramava la descrizione di due giovani che, a bordo di un ciclomotore Honda, stavano pedinando una donna anziana appena uscita dall’ufficio postale di Viale Mario Rapisardi-Via Lavaggi; una pattuglia dei Condor è stata quindi immediatamente inviata in quella zona.
Gli agenti, poco dopo, sono stati chiamati da un altro agente della Mobile (che, libero dal servizio, si trovava in viale Mario Rapisardi) il quale a sua volta, indicava ai Condor di aver notato due individui sospetti che a bordo di uno scooter Honda percorrevano il viale Mario Rapisardi dietro un autobus di linea, osservando alle fermate i passeggeri che scendevano dal mezzo.
In quel frangente, la sala operativa della Questura diramava una nota secondo cui una donna di 81 anni, dopo aver prelevato dall’ufficio postale di via Lavaggi la somma di 4 mila euro (gli arretrati della pensione), era stata aggredita nell’androne del condominio della propria abitazione da due individui e rapinata del denaro che aveva nascosto su di sé. L’anziana vittima era stata bloccata alle spalle e gettata per terra: mentre uno dei malviventi la teneva ferma chiudendole la bocca per impedirle di chiamare aiuto, l’altro la frugava fino a quando le trovava il denaro nella biancheria intima. Fortunatamente, l’anziana, sebbene abbia riportato varie contusioni, non ha subito nessuna grave conseguenza.
Sulla scorta delle indicazioni fornite dal Commissariato di Nesima, che indicavano il modello e la targa dello scooter sospetto, gli agenti dei Condor hanno individuato il possessore del mezzo nella persona di S.R., che annovera precedenti per rapina.
Le immagini di una videocamera posta nelle vicinanze dell’abitazione dell’anziana rapinata hanno consentito di individuare frame riconducibili a fasi immediatamente successive all’aggressione, utili perché consentivano di obiettarne particolari dell’abbigliamento dei due rapinatori.
L’uomo, che si era reso irreperibile, è stato rintracciato il giorno dopo ed è stato riconosciuto dalla vittima come uno dei due rapinatori che l’avevano aggredita.
La circostanza che i rapinatori conoscessero perfettamente il luogo ove l’anziana donna aveva nascosto il denaro ingenerava il sospetto che i movimenti di quest’ultima fossero stati “registrati” da un altro complice presente all’interno dell’Ufficio postale. Per tale motivo sono stati acquisiti i filmati dell’impianto di video–sorveglianza dell’interno dei locali.
Con grande sorpresa, gli operatori hanno avuto modo di notare che il giorno della rapina mentre la vittima stava ritirando il denaro, tra gli utenti in fila vi era proprio la moglie dell’uomo, S.M.. Le immagini documentavano come questa aveva avvicinato l’anziana vittima della rapina in modo tale da controllarne i movimenti.
L’1 febbraio, a richiesta degli agenti della Mobile, la donna nel riferire i propri movimenti e quelli del marito non aveva detto di essere stata all’interno dell’ufficio postale.
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