di Fabio Papalia
Reggio Calabria. Diciotto colpi di mitra cal. 7.62 sono stati esplosi alle ore 2,30 del mattino di ieri, nel quartiere di Archi, contro l’autovettura di un assistente di Polizia Penitenziaria, Antonio Brizzi.
Un episodio gravissimo, sia per la qualifica della persona destinataria dell’intimidazione, sia per le modalità di esecuzione, ben 18 colpi di mitra nel cuore di Archi, storico quartiere della periferia nord ad alta densità criminale, nonostante la pressante opera di controllo del territorio delle forze dell’ordine, una presenza aumentata dopo l’esplosione della bomba alla Procura Generale della Repubblica. Sull’accaduto sono state avviate indagini della Squadra mobile.
Sull’accaduto si registra la ferma presa di posizione della Uil-Pa Penitenziari e della Uilpa Provinciale di Reggio Calabria, che ha diffuso un comunicato stampa, del Segretario Provinciale UIL-PA Penitenziari Bruno Fortugno e del Segretario Generale Provinciale Patrizia Foti, che esprimono “in modo fermo e convinto la più sincera solidarietà e vicinanza all’amico e collega Antonino Brizzi, oggetto di un vile e inqualificabile atto d’intimidazione da parte di ignoti”.
“Siamo certi – proseguono Fortugno e Foti – che questa intimidazione non inciderà minimamente il determinato impegno di lavoro svolto dall’assistente Brizzi presso la locale Casa Circondariale di Reggio Calabria. L’esperienza lavorativa ultradecennale, unita alle doti umane, lo hanno sempre contraddistinto, come una persona perbene e come operatore del diritto di una evoluzione democratica e civile del sistema carcere italiano”.
“Siamo convinti – proseguono i due sindacalisti – che il difficile lavoro a cui è chiamato il collega Brizzi, lo avrà sicuramente temprato a fronteggiare situazioni ben più difficoltose. Va evidenziato l’attuale momento in cui l’universo penitenziario attraversa la fase più difficile della sua storia contemporanea, comunque non saranno queste vigliacche intimidazioni a frenare i “poliziotti penitenziari” impegnati quotidianamente nei compiti d’istituto, al servizio della gente e delle sue istituzioni. In ogni caso – concludono Fortugno e Foti – non possiamo non auspicare che si mantenga alta la soglia dell’attenzione, verso questi rigurgiti di violenza estremista che rischiano di inquinare il nostro sistema democratico”.