Roma. C’è anche una pistola elettrica, del tipo utilizzato da alcune polizie dell’est Europa, tra le cose sequestrate alla banda specializzata in furti di esercizi commerciali, in particolare tabaccherie, scoperta all’alba dai Carabinieri della Compagnia di Siena e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. L’arma veniva utilizzata dalla banda per tenere lontano le persone che potevano disturbare il loro operato durante i colpi.
Nella notte, i Carabinieri della Compagnia di Siena e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 20 persone, emessa dal Tribunale di Siena – Ufficio GIP.
In particolare i Carabinieri della Compagnia di Siena, nel settembre 2009, a seguito di una serie ripetuta di furti in esercizi commerciali (soprattutto rivendite di tabacchi, in orario notturno e previa danneggiamento delle porte d’ingresso dei predetti locali), ubicati nelle aree di rifornimento carburante del raccordo autostradale Siena-Bettolle e della S.S. Siena-Grosseto, iniziavano un’articolata attività d’indagine tesa ad individuarne gli autori che portava già il 21.11.2009 (ad Orvieto) ed il 25.02.2010 (a Roma), a trarre in arresto, in flagranza di reato, complessivamente 4 persone di origine rumena.
Nel corso delle successive attività si constatava che i furti sino ad ora accertati (8 nella Provincia di Siena ed ulteriori 57 consumati tra l’hinterland romano e le province di Viterbo, Terni e Rieti) erano stati organizzati e messi in atto da una nutrita ed organizzata banda appartenente, di fatto, a tre distinti sodalizi criminali, prevalentemente composti da soggetti di nazionalità romena che, a secondo delle circostanze, interscambiavano i loro membri.
L’aspetto singolare e comune a ciascuno dei sodalizi è la ripetitività nel colpire più volte lo stesso esercizio commerciale, anche 4 volte nell’arco di un mese. In una circostanza, addirittura, anche due volte nella stessa nottata, dopo aver atteso che la pattuglia delle Forze dell’Ordine, intervenuta per il primo furto, si fosse allontanata. L’estrema difficoltà di sorprende i malfattori in flagranza di reato era riconducibile al loro particolare modus operanti caratterizzato da:
· accurato sopralluogo e scelta dell’obiettivo;
· reperimento in loco degli strumenti atti allo “sfondamento” e/o allo “scasso”;
· controllo costante dell’obiettivo;
· intervento con almeno due squadre, in collegamento fra loro con modalità “conferenza telefonica”, di cui una impegnata ad eseguire il furto e l’altra con compiti di “palo-osservatore”;
· in caso di allarme improvviso, fuga dall’obiettivo previo occultamento della refurtiva in area circostante, per poi provvedere al successivo recupero da parte di altra squadra d’appoggio, una volta normalizzatasi la situazione.
A conclusione delle investigazioni sono stati altresì deferiti in stato di libertà quali autori a vario titolo dei 65 furti scoperti, 24 persone, di cui 2 soltanto di nazionalità italiana, ma con ruoli di rilievo nel contesto del rispettivo sodalizio, nonché ricostruito i canali di ricettazione della merce asportata, costituita prevalentemente 4 proprietari di locali sulla capitale (rivendite di tabacchi), all’uopo deferiti per il reato di ricettazione.
L’esecuzione dei provvedimenti, prevalentemente nel quartieri Casilino ed Anagnina di Roma, Guidonia e Ciampino, ha richiesto l’impiego di circa 100 militari.