Reggio Calabria. La Polizia Penitenziaria reggina è in stato di agitazione. Il sindacato di Polizia Penitenziaria Uilpa si riunito in assemblea lo scorso 31 maggio con il personale del comparto sicurezza, unitamente ad altre sigle sindacali, nei locali della sala conferenze di servizio messa a disposizione dalla Direzione della Casa Circondariale di Reggio Calabria. Dagli interventi espressi durante i lavori di assemblea da parte degli intervenuti, sono emersi, in primo luogo, una grave criticità strutturale del penitenziario reggino, la cui costruzione risale agli inizi del 1900. “Rilevano, altresì – lamenta il segretario generale provinciale Uilpa Patrizia Foti – ingiustizie, difficoltà operative, gestionali e organizzative perpetrate ai danni del personale”.
Secondo il sindacato la situazione lavorativa all’interno dei locali dell’Istituto Penitenziario, oltre che difficile, sarebbe “insalubre, pericolosa e inquietante” per diversi motivi.
Questo il cahier de doleances:
- grave e continua carenza dell’organico del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria in forza al Reparto di stanza alla Casa Circondariale di Reggio Calabria, che alla data odierna conta 143 Unità a fronte di una pianta organica ministeriale che ne prevede 195.
- situazione precipitata nell’ultimo periodo a seguito del palese sovraffollamento della popolazione detenuta, cresciuta in modo esponenziale e che alla data odierna, vede la presenza di 346 unità a fronte delle 160 previste dall’attuale capienza ministeriale. Condizione di sovraffollamento, a titolo di esempio, che comporta l’ubicazione di 4 detenuti in una cella di 10 mq circa. Durante gli interventi che si sono avvicendati, è emerso che la problematica è stata partecipata anche agli Uffici Superiori quale il PRAP di Catanzaro e il DAP di Roma.
- turni massacranti per il personale di Polizia Penitenziaria, che si fa carico anche di più posti di servizio contemporaneamente nello stesso orario di lavoro, in alcuni casi anche 3.
- Nucleo Traduzioni e Piantonamenti costretto a chiedere continuamente risorse al quadro permanente per garantire la notevole mole di lavoro a cui è assoggettato quotidianamente, ma con grande difficoltà nel rispettare la normativa vigente in materia d’impiego di risorse umane. Tutto ciò, con seri rischi e pericoli che il personale chiamato ad effettuare il servizio di traduzione, corre a causa dei frequenti servizi effettuati “sottoscorta”.
- una lamentata carenza igienico–sanitaria, sia dei locali in genere, come anche nelle celle detentive definite fatiscenti. In alcuni casi, i detenuti ristretti al piano terra di un reparto detentivo, sarebbero costretti a mettere la bacinella per raccogliere il liquame che fuoriesce dal tetto, all’atto in cui viene utilizzato lo scarico del bagno della cella del piano superiore.
- massiccia presenza di topi in tutto l’istituto, compresi i reparti detentivi e i locali- uffici in uso al personale di Polizia Penitenziaria, locali peraltro ammorbati dal cattivo odore degli scarichi.
- personale amministrato non sufficiente alle esigenze operative richieste per poter mantenere in piedi un Istituto come Reggio Calabria.
Unica nota positiva, insieme allo spirito di servizio e di abnegazione del personale della Polizia Penitenziaria, l’ottimo rapporto con il Comandante di Reparto, al quale viene riconosciuto il merito di sopperire alle difficoltà operative, con l’attenzione e la collaborazione che riesce a mantenere con le varie articolazioni dipendenti.
L’analisi delle problematiche esistenti è stata indirizzata ai superiori uffici dipartimentali e regionali “affinché – è l’auspicio della Uilpa – vengano risolte tali criticità”. Un invito a voler prendere dei provvedimenti che riveste carattere di urgenza, “visto lo stato di emergenza in cui versa tale Istituto”. “Non ci fermeremo – conclude Patrizia Foti – fino a quando non otterremo i risultati da noi sperati e auspicati, nell’interesse di tutti i poliziotti penitenziari. Non trascureremo nessuna forma di protesta e di lotta sindacale e proclamiamo sin d’ora lo stato di agitazione”.
f.p.