Cotronei. Convegno sulle patologie legate alla malattia di Parkinson

Cotronei (Crotone) Il 26 Giugno presso la Clinica San Giuseppe di Cotronei si svolgerà il “Secondo Incontro di Medicina”. Nel primo Incontro di Medicina la Clinica San Giuseppe di Cotronei ha ospitato il Prof. Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione Umberto Veronesi, che ha ampiamente dibattuto sul carcinoma mammario. In questo secondo appuntamento presso la Clinica San Giuseppe di Cotronei, si affronterà la malattia di Parkinson e la riabilitazione a seguito delle fratture del femore e del ginocchio.
Nella prima parte del Convegno verranno argomentati i disagi e l’approccio chirurgico legato alle fratture del femore e alla traumatologia dello sport dal Dr. Enzo Adriani, specialista in ortopedia e traumatologia al Mater Dei di Roma, e dal Dr Mauro Anzini mentre il Prof. Carmelo Massimo Misiti, docente presso la scuola di specializzazione di Ortopedia e Traumatologia all’Università di Pisa, continuerà la problematica parlando, invece, dei protocolli di riabilitazione da seguire al fine di recuperare il danno motorio subito, protocolli già da tempo in uso nelle strutture della Sadel.
Il Femore è l’osso più lungo, voluminoso e resistente dello scheletro umano. Su di esso si inseriscono numerosi muscoli fondamentali per il movimento degli arti inferiori. Il trattamento di una frattura del femore richiede quasi sempre l’intervento di una operazione chirurgica. Dopo l’intervento è fondamentale adottare adeguati protocolli di riabilitazione per poter mettere appunto una giusta funzionalità del danno subito. Le fratture del femore colpiscono gli anziani attraverso l’osteoporosi, che è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una ridotta massa ossea con conseguente aumento della fragilità e predisposizione alle fratture, mentre per i giovani le fratture al femore e al ginocchio dipendono da traumi stradali o da una eccessiva attività fisica.
Ed infine anche questa volta avremo la gradita presenza del Prof. Paolo Pavone, direttore del Servizio di Radiologia Diagnostica presso la Mader Dei di Roma e il Dr. Francesco Morelli, responsabile della divisione di riabilitazione neurologica presso la Casa di Cura “ Madonna della Catena” di Cosenza.
La malattia di Parkinson è apparentemente nota a tutti, nell’immaginario collettivo coincide con il tremore che colpisce soprattutto una mano, ma in realtà “nasconde” anche altre manifestazioni ancora più importanti come la lentezza di movimenti o la rigidità muscolare. Il Parkinson è un’affezione del sistema nervoso centrale che colpisce quella parte del cervello responsabile del controllo dei movimenti. Una maggiore difficoltà a svolgere movimenti fini come lo scrivere, il cucire, il radersi, nel senso che impiega più tempo e ci si sforza di più per effettuare le normali attività, oppure a passare da una posizione all’altra (come alzarsi da una sedia, scendere dalla macchina, girarsi nel letto) o a vestirsi (indossare una giacca o un cappotto) sono infatti “segni” ancora più importanti del tremore, assente nel 20 per cento dei malati di Parkinson.
La malattia di Parkinson non è, inoltre, una malattia degli anziani: colpisce in Italia circa 6.000 persone ogni anno, secondo i dati del Ministero della Salute, e un paziente su 4 si ammala prima dei 50 anni. Inoltre, il 25 per cento delle persone con il Parkinson non sa di esserlo perché i sintomi sono leggeri e confondibili con altri: succede in particolare ai pazienti nella fascia di età 40-50 anni. Solo in Calabria si hanno quattro malati ogni mille abitanti; oltre ottomila calabresi ne sono affetti, dicono le ultime stime. Aumenta il numero di persone coinvolte e diminuisce l’età di esordio della malattia. Nel 20 per cento dei casi (si tratta ancora una volta di soggetti giovani) i pazienti arrivano dal medico solo dopo due anni dall’inizio della malattia, poiché non erano a conoscenza dei sintomi, perdendo, così, tempo prezioso.
Come relatori su tale tema, la Sadel avrà la graditissima presenza di molti nomi illustri della medicina che operano in tale settore, come la Dott.ssa Rosanna Colao, dirigente presso il Centro Regionale di Neurogenetica presso l’ospedale di Lamezia Terme, il Prof. Stefano Bastianello, direttore presso il dipartimento di neuroradiologia IRCCS di Pavia e docente in neurologia presso l’Università di Pavia, la Dr.ssa Elisabetta Giugni, ricercatrice presso la Fondazione Biomedica Europea di Roma che opera nel campo della neurologia e neuroradiologia, la Dr.ssa Francesca Pezzella, neurologa presso il Dipartimento della Stoke Unit al San Camillo di Roma, il Prof. Domenico Bosco, responsabile dell’ U.O. Neurologia dell’ospedale di Crotone, responsabile del “Centro Sclerosi Multipla” e docente, presso la Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Tumori “Tommaso Campanella”sita a Catanzaro, con la cattedra in: Endocrinologia con cui vantiamo un proficuo e costante dialogo. Ed in fine il Dr. Cesare Oliveti, Dirigente Sanitario e responsabile dell’area psichiatrica delle Case di Cura per disabili mentali “Mons.Cesare Oliveti” che affronterà il disagio della malattia dal punto di vista di un approccio psicologico per il malato e per le persone che le circondano. La malattia causa infatti apatia, depressione, ansia, problemi gastrointestinali urologici e sudorazione. La terapia farmacologica se da un lato migliora enormemente i sintomi può indurre problemi psichiatrici, giuoco d’azzardo, eccitamento, allucinazioni. Questi fenomeni rendono a volte difficile la vita sociale e lavorativa e il mantenimento di normali dinamiche familiari.

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