Manfredonia. Faida del Gargano: indagini su omicidio Romito

Manfredonia (Foggia). Sono in corso indagini ed interrogatori, sui quali gli investigatori mantengono il massimo riserbo, da parte di personale della squadra mobile della Questura di Foggia, impegnati nel difficile compito di identificare i responsabili dell’omicidio di Michele Romito, di 23 anni, ucciso ieri sera a colpi di mitra alla periferia di Manfredonia.
La vittima era il figlio di Franco Romito, allevatore di 43 anni ucciso, insieme al suo autista Giuseppe Trotta, in un agguato avvenuto il 21 aprile del 2009. Nell’agguato di ieri sera è rimasto ferito anche lo zio di Romito, Mario Luciano, di 43 anni, che ha riportato una lieve ferita al volto e se la caverà in pochi giorni. I due, secondo la ricostruzione fatta dalla polizia, erano a bordo di un’autovettura Lancia Y, guidata dal giovane, e stavano percorrendo la strada che conduce a San Giovanni Rotondo quando la loro utilitaria è stata affiancata dall’automobile dei killer che hanno esploso numerosi colpi.
Michele Romito era considerato dagli investigatori capo del clan che da anni si contrappone a quello dei Libergolis nella “faida del Gargano”.
Con quello di ieri sale a 11 l’elenco degli omicidi dall’inizio dell’anno. Nel maxi processo del 2004 – conclusosi con 46 condanne e 61 assoluzioni – è emerso che la famiglia Libergolis era il “braccio armato” dell’organizzazione e i Romito riciclavano il danaro derivato dalle illecite attività. Sempre nel corso del maxi processo, nel quale sono stati condannati esponenti della famiglia Libergolis, è emerso che alcuni componenti della famiglia Romito sarebbero stati confidenti dei carabinieri, consentendo così di raccogliere prove contro i Libergolis e farli arrestare. Da qui, secondo gli investigatori, sarebbe nata la faida tra le due famiglie, inizialmente alleate.

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