Trento. “Solo un monito”, nulla di più, le parole pronunciate dallo scrittore Roberto Saviano nella giornata conclusiva del recente “Festival dell’economia” a Trento. «Dalla Calabria tramite mediatori trentini le famiglie aspromontane hanno tentato di inserirsi nella gestione e nella distribuzione delle mele trentine». Queste erano state le affermazioni di Saviano.
E invece, dopo che il procuratore capo di Trento, Stefano Dragone, ha incaricato i Carabinieri del Ros di sentire lo scrittore per chiarire la portata e il significato di quelle parole, dallo stesso autore arriva una retromarcia.
Lo stesso Saviano, infatti, ha spiegato che quelle affermazioni erano state fatte “come un monito, un invito a mantenere alto il livello di guardia”. L’affermazione aveva suscitato clamore e allarme, tanto che lo stesso procuratore Dragone, pur escludendo che vi fossero in corso indagini su possibili infiltrazioni mafiose, aveva garantito che la vicenda sarebbe stata approfondita. E così è stato. La Procura infatti aveva aperto un procedimento a modello 45, ossia nel registro delle notizie non costituenti reato.
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